La riunione è iniziata con la lettura della Scrittura da parte del Pastore della chiesa ospitante Franco Greco: Salmo 46 “1 DIO è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle avversità. 2 Perciò noi non temeremo, anche se la terra si dovesse spostare e se i monti fossero gettati nel mezzo del mare, 3 e le sue acque infuriassero e schiumassero, e i monti tremassero al suo gonfiarsi. (Sela) 4 C'è un fiume i cui rivi rallegrano la città di DIO, il luogo santo dove dimora l'Altissimo. 5 DIO è nel mezzo di lei, essa non sarà smossa, DIO la soccorrerà alle prime luci del mattino. 6 Le nazioni tumultuarono i regni vacillarono; egli mandò fuori la sua voce, la terra si sciolse. 7 L'Eterno degli eserciti è con noi; il DIO di Giacobbe è il nostro rifugio. (Sela) 8 Venite e ammirate le opere dell'Eterno, che ha operato meraviglie sulla terra. 9 Egli fa cessare le guerre fino all'estremità della terra; egli rompe gli archi e spezza le lance, e brucia i carri col fuoco. 10 Fermatevi e riconoscete che io sono DIO; io sarò esaltato fra le nazioni, sarò esaltato sulla terra. 11 L'Eterno degli eserciti è con noi; il DIO di Giacobbe è il nostro rifugio ”.
E’ seguita la lode e adorazione con canti dell’innario guidati dal Pastore Greco e accompagnato da tutti i partecipanti.
1.
...
2.
Pastori presenti per la
prima volta
Ruggiero Dosantos: sono molto contento di essere qui con voi,
siamo a Rieti da 5 anni e in questo mese di marzo
faremo un culto di ringraziamento per questi 5 anni a Rieti. Dio sta facendo
un’opera grande in mezzo a noi e siamo contenti nel Signore.
Fabrizio Fontana (Collaboratore del
Pastore Massimo Canale).
Alessio Evangelisti (Nominato pastore al posto del Pastore Gian
Carlo Brunetti nella chiesa di Serpentara): mi sono ritrovato a svolgere questa
importante attività, senza che me lo aspettassi specialmente in questo momento.
Non vi nascondo che nel momento in cui si è aperta questa porta e mi hanno
detto: “ti tocca” mi sono rinchiuso nella mia
cameretta e mi sono messo a litigare con il Signore. Da qualche anno ero
invitato a fare il pastore, ma avevo sempre rifiutato. Egli mi ha risposto con
un altro versetto: “chi può fare il bene e non lo fa
commette peccato!” Quindi ho dovuto cedere. Ringrazio Dio per questa bella
possibilità che mi dà. Mi rendo conto che è un grande peso e una grande
responsabilità, fare il pastore non è un gioco ed hai
da rendere conto a Dio ma è vero pure che lo Spirito Santo ti dà tante
benedizioni e ti incoraggia moltissimo. Mi dispiace esserci arrivato in questa
maniera, cioè che mio padre non sta bene e non ce la fa più, però ringrazio Dio
adesso che sta iniziando a benedirmi in maniera particolare. I primi giorni è stato un po’ difficile ma dopo qualche giorno lo Spirito
Santo ha iniziato a farmi sentire una Sua presenza particolare, molto bella e
mi ha tanto incoraggiato ed ho visto subito i primi frutti. Pregate per me
perché sono giovane.
3.
Apertura dei lavori da parte del
Presidente di turno
Il Risorgimento è stato
un periodo di grande fermento, di lotte in cui tante persone condividevano il
desiderio di avere un Paese libero e anche gli Evangelici hanno avuto un ruolo
importante in quest’opera. Senza Garibaldi forse saremmo stati meno conosciuti in quanto dobbiamo molto al movimento creato da lui che ha
permesso una evangelizzazione a livello nazionale con la Parola di Dio, tanto
che c’era uno slogan “non solo fucili ma anche bibbie!”. Le tappe che portarono
all’unità d’Italia furono accompagnate anche dalla Bibbia, infatti
quando i Mille sbarcarono in Sicilia i col portori di bibbie li seguirono e
aprirono un deposito a Palermo e successivamente nacquero le prime chiese
protestanti nell’isola perché fra i garibaldini vi erano anche dei pastori
evangelici.
Quando le “camicie
rosse” entrarono a Napoli uno strillone gridava: “il
Libro, il Libro!” e dava la Bibbia della versione Diodati.
Quando i bersaglieri guadagnarono Roma attraverso la breccia di Porta Pia il XX settembre 1870 entrò pure un carretto pieno di
bibbie e i col portori le distribuirono.
Voglio ricordare alcuni
nomi di credenti che hanno lasciato una bella impronta: Louis Appia,
cofondatore della Croce Rossa internazionale, era un medico che non curava
soltanto le ferite fisiche ma anche quelle spirituali. Poi Pino Testa e il
pastore Malanna che contribuì allo sviluppo della
fiorente comunità di Riesi. C’è anche un grande eroe,
poco conosciuto fucilato dagli austriaci a Bologna, Ugo Bassi che predicò il
Vangelo insieme a Gavazzi e al Gianicolo c’è il suo
busto, sia Bologna che Ferrara (città natale) gli
hanno dedicato una piazza e una via. La figura più rilevante di
quel periodo fu Alessandro Gavazzi, ex monaco bolognese, lasciati i voti
divenne un evangelico, scrittore e predicatore in Italia e all’estero. Fu anche
cappellano Generale di Garibaldi. Fece di tutto per divulgare la Parola di Dio.
Il periodo della
Repubblica Romana è stato importante per il protestantesimo italiano, infatti nel 1849 quando il papa si rifugiò a Gaeta, a Roma furono
stampati 4000 Nuovi Testamento. Gavazzi ha fondato un giornale chiamato
“L’Assemblea”. Partecipa agli scontri con i francesi per difendere
4.
Programma dei prossimi
incontri IPL:
Data |
Tipo Incontro |
Località |
Lunedì 18 apr 2011 |
Incontro Pastori |
Ore |
Sabato 21 mag 2011 |
Riunione IPL |
Ore |
Sabato 4 giu 2011 |
Incontro di preghiera |
Dalle ore 10 alle ore |
Sabato 11 giu 2011 |
Celebrazione Pentecostale |
Ore |
Sabato 10 set 2011 |
Riunione IPL |
Ore |
Lunedì 17 ott 2011 |
Incontro Pastori |
Ore |
Sabato 19 nov 2011 |
Riunione IPL |
Ore 10 ad Acilia (Giannini) |
5.
Predicazione del Pastore Fernando De Franca: non sono qui per insegnarvi ma il mio desiderio è condividere un peso che
c’è nel mio cuore e considero una grande opportunità e una benedizione essere
qui. Ci tengo a dire che non uso questa possibilità per contrastare una visione
personale, noi siamo una comunione di Ministri di Dio, di Responsabili di
Chiesa che vanno assolutamente rispettati. Ognuno di noi deve rispettare quello
che gli altri hanno ricevuto dal Signore. Qualcuno potrà non essere d’accordo
con quello che dirò ma anche lì resta la libertà
individuale di ognuno di noi. Colgo l’occasione per ringraziare i pastori che
sono venuti a predicare nella mia chiesa,
Vogliamo leggere la
Scrittura in Genesi 42, c’è un verso interessante, il
verso 8 che dice : “Giuseppe riconobbe i suoi
fratelli, ma essi non riconobbero lui”. Qualcuno pensa che non l’hanno riconosciuto perché adottava gli usi egiziani
col trucco sul viso, altri perché era stato venduto ragazzo ma ora era un uomo,
ma io credo che niente è stato scritto nella Parola di Dio a caso, ma c’è
qualcosa di spirituale nascosto in questo versetto. Giuseppe riconobbe i suoi
fratelli perché non erano cambiati, invece Giuseppe sì, perché attraverso la
sofferenza e la durezza della vita nel carcere per anni è cambiato! Invece i
suoi fratelli no, ecco perché non potevano riconoscere Giuseppe.
Io credo in una chiesa
che cambia, credo in un Popolo che cambia. Giuseppe
per me rappresenta la Chiesa, la visione, il comportamento che cambia, che si
sviluppa. Giuseppe poté regnare sull’Egitto perché è stato preparato, è stato
allenato, non ha serbato quell’amarezza nei confronti dei propri fratelli. Non
ha permesso al maligno di tenere nel suo cuore quella radice di amarezza per
vendicarsi. Giuseppe cambiò! Giuseppe maturò, diventò un’altra persona a tal
punto che i suoi 10 fratelli non sono riusciti a
identificarlo, era un’altra persona.
Quindi troviamo una divisione
netta fra ciò che Dio desidera di come la Chiesa debba diventare, una chiesa
che cambia. Anche Gesù dopo la risurrezione non è stato riconosciuto ma solo
dopo che ha parlato ed ha chiamato Maria è stato
riconosciuto. A me resta questo il desiderio e la responsabilità di questo
profondo cambiamento che ci sia nella Chiesa, nella mia chiesa, nel mio
ministerio.
Quando vado in Brasile e
il mio pastore mi dice “stai cambiando”, mi fa molto
piacere non perché mi interessano i numeri ma l’impronta che resta quando si
vede una crescita e un cambiamento. In un libro intitolato “Regni in guerra” in
portoghese (BRIGT, Bill e JENSON, Ron - REINOS EM GUERRA) l’autore scrive che la
maggior parte dei credenti che arrivano in chiesa già sanno
tutto, sanno cosa devono credere, cosa devono accettare. Il pastore può dire
quello che vuole ma la maggior parte dei membri delle chiese hanno
già stabilito un parametro della propria fede, non vanno oltre. Questa è una
realtà, ed è contro questa realtà che sto combattendo!
Perché secondo me in ogni riunione ci deve essere il fattore
sorpresa, chiederci: “cosa succederà oggi?” I discepoli che andavano
dietro Gesù ogni giorno vedevano o sentivano qualche cosa di nuovo, nel suo
operare c’era sempre l’elemento sorpresa. Le due moltiplicazioni dei pani non
sono state uguali.
Ecco il desiderio del
mio cuore, una chiesa, un popolo che cambia in questo. Il problema del
cristianesimo è che si è secolarizzato. Il problema non è
Sono ormai 23 anni che sono stato ordinato pastore, sono cresciuto
nella chiesa, mio papà è un pastore, pur avendo 84 anni ancora ministra come
pastore in Brasile. Potevo dire che conosco tutto, che sapevo tutto a memoria, ognuno
di voi potrebbe dire la stessa cosa, ma questo mi dà fastidio perché non può
essere così! Voglio quel cambiamento che ebbe Giuseppe nella sua storia, nella
sua vita affinchè come lui possiamo
regnare sull’Egitto, regnare sul mondo, essere governo, essere di direzione. In
questo periodo sia l’Italia che l’Europa non sa se essere
a favore o contro Gheddafi! Ci vorrebbero degli uomini di Dio pieni di Spirito Santo che dessero delle direzioni su dove andare
per ottenere la benedizione di Dio. Tutti hanno paura del terrorismo, hanno paura di tutto e la chiesa dov’è? La Chiesa non è pronta!
Giuseppe ha dato dei consigli al Faraone, che era il dio dell’Egitto, ebbe
l’unzione per dire: se facciamo così e così funzionerà
benissimo! Hanno fatto come ha detto Giuseppe e sono stati salvati.
C’è un altro verso nel
2Re 5 dove troviamo nella guarigione di un comandante
lo stesso principio, lo stesso pericolo, è vero che Dio ha raggiunto con la sua
benedizione Naaman ma è anche vero che egli è stato
vicinissimo da perderla! Naaman era un comandante di
un esercito molto potente, godeva di prestigio ma era
lebbroso. Non poteva frequentare tutte le feste come gli altri, doveva
nascondere questa cosa, non era libero e non si sentiva libero,
era una persona compromessa. In qualche modo Naaman
rappresenta la chiesa che è chiamata a governare, a rappresentare il regno di
Dio sulla terra ma sembra che questa chiesa ha ancora qualche cosa che non la
rende libera. Gesù ha detto: io sono venuto per darvi libertà. Libertà non è
fare quello che uno vuole fare ma fare quello che è
giusto fare. I liberi sono quelli che fanno ciò che è
giusto! L’apostolo Pietro parlava con franchezza e Dio confermava
Naaman ricevette la notizia
che da qualche parte c’era qualcuno che lo poteva guarire e nel versetto 11 leggiamo “ecco, io
pensavo”. Quest’uomo quasi crea una crisi internazionale perché il re
d’Israele pensava che il siro cercasse un espediente
per fare la guerra finchè Eliseo disse: “fatelo venire da me”. Eliseo per me
rappresenta la voce di Dio. Il profeta mandò a dire a Naaman
di fare 7 tuffi nel Giordano e sarebbe stato guarito,
semplice. Ma il comandante siro
ricevendo questa comunicazione si adirò e se ne andò! Naaman
era malato, era compromesso, lì c’era l’opportunità della sua vita, c’era la
sua guarigione, c’era la sua salvezza ma invece si
adirò e se ne andò. Questa cosa mi preoccupa, perché ho detto che in qualche
modo Naaman rappresenta
Se Dio vorrà fare
qualche cosa, dicono queste persone, le cose devono
andare così, ma Dio non ha dato il monopolio dello Spirito Santo a nessuno,
Egli fa come vuole. Naaman si era fatto
tutto un quadro di come dovevano andare le cose, quello che il profeta avrebbe
detto e fatto. Ma quest’uomo era un lebbroso! Stava
davanti all’opportunità della sua vita! E si mette in un atteggiamento
orgoglioso, si mette a discutere come Dio deve o non
deve fare le cose e dice “ecco, io
pensavo”. Noi abbiamo il diritto di “pensare”
ma che questo pensare non possa in assoluto cancellare
le cose nuove che Dio desidera realizzare, amen?
Nella nostra comunità
stiamo lavorando contro questo, io dico alla
responsabile della lode: “voi sapete tutte le canzoni, sapete tutte le note, ma
a me non interessa niente, io voglio la presenza di Dio! Siete bravi? Ma nel
mondo ci sono tanti molto bravi!” Dico ai miei collaboratori: “non mi interessa se sapete fare una bella interpretazione
biblica, o se conoscete… no, mi interessa che cosa è successo lì! Se le persone hanno ricevuto il cibo, la rivelazione”.
Oggi abbiamo gente a
Napoli e a Milano per fare il culto, ma non voglio sapere se sono stati bravi,
anche se devono comportarsi nel modo giusto, presentarsi nel modo
giusto, ma voglio sapere se Dio ha fatto quello che aveva in mente di fare.
Sento il bisogno che le nostre realtà possono prendere le persone di sorpresa,
altrimenti non è una “buona notizia”. Se vado in chiesa ed è tutto come prima,
che c’è di nuovo? Sento il bisogno che Dio possa cambiare questo mio modo di
essere e di fare. Che fra qualche anno qualcuno incontrandomi mi possa dire: “pastore, tu sei cambiato!”
Nell’ultima riunione IPL
a Grottarossa sono stato benedetto, tutta la riunione è stata bellissima, e
alla fine, dopo che abbiamo mangiato un pastore è
venuto da me e mi ha detto: “pastore, ti devo chiedere perdono, quando sono
uscito dalla tua chiesa mi sono comportato male con te. Io ti rispetto e fino
ad oggi tutte le cose che insegno mi ricordo di quando mi insegnavi”.
La riunione è stata bella ma soprattutto ho visto in quel fratello un essere
più maturo, perché quando tu cambi, questo cambiamento è segno di maturità. Non
siamo in competizione, ognuno ha lo spazio suo, ognuno ha la sua chiamata, ma
il bello è quando tu trovi che “io pensavo”, nooo, adesso Dio mi ha detto in modo diverso, quindi
facciamo come vuole lo Spirito e basta! Grazie a Dio che Naaman
aveva un servo che lo consigliò a tuffarsi nel fiume così come noi abbiamo lo
Spirito che ci prende per mano e cerca di farci
ragionare. Come Naaman abbiamo
bisogno di essere “lavati” dai nostri modi di vedere.
C’è un altro versetto in
Geremia 29:11 “io
so i pensieri che medito per voi”. Io chiedo al Signore: “dammi i tuoi pensieri”. A me non interessa che la gente
viene nella nostra chiesa per gli aspetti esteriori, per come suoniamo, per lo
stile della musica, o per altre questioni, ma perché nelle riunioni scende lo
Spirito Santo. Dio che si mette a meditare pensieri per noi? Io voglio sapere
quali sono questi pensieri! E che la mia chiesa sappia quali sono questi
pensieri! Che le persone che entrano per la prima volta prendono atto dei
pensieri di Dio per la loro vita “pensieri
di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza”. Questo voglio
scoprire, non “io pensavo “ di Naaman! C’è un tempo nuovo per la chiesa, la Bibbia dice
che c’è un tempo per ogni cosa, un tempo per piangere,
un tempo per ridere, c’è un tempo di cambiamento. Anna ogni anno portava al
figlio Samuele un vestito nuovo perché il bambino cresceva. Signore dammi un
vestito nuovo ogni anno, dammi questo cambiamento,
voglio essere diverso, voglio assomigliare a te, conoscere i tuoi pensieri,
voglio spezzare questo “io pensavo “,
voglio spezzare questo pensare di essere maturo a sufficienza per non avere più
bisogno della guida dello Spirito Santo. Mi ricordo la prima volta che ho
predicato a 17 anni, dopo un’attenta preparazione con
digiuni e preghiera, mi ricordo la mia dipendenza dallo Spirito Santo. Non
ritenevo in assoluto di avere la cosa sotto controllo, e lì dovevi dipendere
dallo Spirito Santo. Ma ormai siamo cresciuti …. , che problema c’è …. , predicare siiiii, insegnare siiii, guidare
la lode siiiii. “io
pensavo “ rappresenta un modo di fare che è in contrasto con atti cap. 13 che dice: “lo Spirito
disse mettetemi da parte Barnaba e Saulo”. Ancora lo Spirito poteva dire qualcosa. Ho
nostalgia di questa chiesa dove Dio può dire: “ragazzi, oggi cambiamo tutto”. Non dico
che non ci deve essere organizzazione nelle cosa che
facciamo, anzi, ma non deve essere quel tipo di organizzazione che annulla il
“muovere” dello Spirito Santo. Voglio avere più amore per la chiesa locale
perché il diavolo ce l’ha con le singole chiese locali
e le vuole indebolire, e sto sentendo il bisogno di amare il popolo di Dio, di
non essere un professionista, ma essere alleato con la mia chiesa, voglio
essere pastore di leader, ma se il collaboratore non sviluppa questo amore non
può lavorare con me anche se è bravo. Amare la chiesa nel senso di conservarla,
di custodirla, come pastore sono disposto a pagare il
prezzo affinchè la chiesa possa essere preservata
contro l’egoismo degli ultimi tempi di cui ci parla Timoteo.
Come ministri è importante avere una protezione reciproca, c’è bisogno che
si sviluppi tra noi una capacità di protezione. Il diavolo ha sempre trovato
facile nell’ambiente evangelico far combattere i pastori uno
contro l’altro ma questo deve assolutamente cambiare. Devo proteggere il mio fratello e lui protegge me, a prescindere dalle
differenze formali sulla gestione del proprio culto ma lui è responsabile tanto
quanto me di un gregge, di un ministerio a cui faccio parte anche io perché
siamo un unico corpo in Cristo. Vogliamo proteggerci fra ministri e cercare il
bene gli uni degli altri anche pagando un prezzo, in particolare pregando per
chi è in difficoltà. Hanno detto male di Gesù, vuoi che non
dicono male di te? Proteggerci non a livello
diplomatico, ma sentire i pesi gli uni degli altri. Io ringrazio Dio per
mia moglie che mi protegge richiamandomi quando vede che sto sbagliando. Quando
le donne sono piene di Spirito Santo edificano
Dobbiamo discernere
quando il diavolo si alza contro il nostro compagno, dobbiamo discernere quando
il diavolo si scaglia contro la chiesa locale e questo viene
confuso con la giustizia di Dio. Il maligno cerca di trattenere quella chiesa,
di distruggerla, c’è gente che abbraccia il vestito del giustiziere, ma noi
dobbiamo avere discernimento. I miei collaboratori sono preparati contro certi
personaggi che arrivano nelle chiese per creare scompiglio. Penso di avere la
responsabilità di dare direzione a tutte le persone che sono nella mia chiesa,
come ministro della Parola posso cambiare il loro futuro. Se io non ho discernimento posso portarli a una esperienza negativa. Quindi sento il bisogno di sviluppare questo discernimento e
capire quando il maligno sta cercando di indebolire.
E per ultimo
sento il desiderio di sviluppare una forte alleanza con la Parola di Dio. Da
molti uomini di Dio sento che quello che fa la differenza nelle chiese è la
“qualità del pulpito”. Non credo nella predicazione tipo fastfood ma in una
predicazione che abbia un contenuto da parte di Dio senza farsi prendere dalla
fretta di concludere. Bisogna rimanere fedeli alla Parola anche se questa infastidisci gli ascoltanti che non
si vogliono sottomettere ad essa.
Io voglio cambiare
pastori, pregate per me, pregate per la nostra chiesa
ma non sono per niente soddisfatto, questo è il vero risveglio, nei contenuti
di ciò che facciamo per il Signore, cambiamento di comportamento, di mentalità.
Prima parlavo male del fratello, ora non parlo più
male anzi mi metto a pregare per lui! Quando vengono i
ribelli di altre chiese nella tua chiesa rimandali indietro, io sto facendo
così a prescindere di come fanno gli altri.
Lode a Dio per
l’opportunità di poter condividere questo peso che avevo nel cuore, questo
desiderio di una chiesa che sia come Giuseppe, che era cambiato, era nuovo. Voglio essere nuovo, una nuova
persona rinnovata, un pastore che va avanti, che cresce alla gloria di Dio.
6.
7.
Franco Greco: 11 aprile alle ore 19 Conferenza
a Spinaceto, tema “Il credente e la cremazione” con R. Di Blasio.
8.
Prossimo
incontro dei Pastori:
lunedì 18 aprile alle ore
9.
...
|
Il Segretario |
|
Carlo Galioto |
- Presidente di turno |
|
331-2429997 |
AlicinoRiccardo@libero.it |
- Segretario di turno |
fr. Carlo Galioto |
339-1260778 |
c.galioto@tin.it |