Spinaceto 19-03-2011

 Riunione I.P.L. n. 94/2011 di chiese pentecostali di Roma e Lazio.

 

La riunione è iniziata con la lettura della Scrittura da parte del Pastore della chiesa ospitante Franco Greco: Salmo 46 “1 DIO è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle avversità. 2  Perciò noi non temeremo, anche se la terra si dovesse spostare e se i monti fossero gettati nel mezzo del mare, 3  e le sue acque infuriassero e schiumassero, e i monti tremassero al suo gonfiarsi. (Sela) 4  C'è un fiume i cui rivi rallegrano la città di DIO, il luogo santo dove dimora l'Altissimo. 5  DIO è nel mezzo di lei, essa non sarà smossa, DIO la soccorrerà alle prime luci del mattino. 6 Le nazioni tumultuarono i regni vacillarono; egli mandò fuori la sua voce, la terra si sciolse. 7  L'Eterno degli eserciti è con noi; il DIO di Giacobbe è il nostro rifugio. (Sela) 8  Venite e ammirate le opere dell'Eterno, che ha operato meraviglie sulla terra. 9  Egli fa cessare le guerre fino all'estremità della terra; egli rompe gli archi e spezza le lance, e brucia i carri col fuoco. 10  Fermatevi e riconoscete che io sono DIO; io sarò esaltato fra le nazioni, sarò esaltato sulla terra. 11  L'Eterno degli eserciti è con noi; il DIO di Giacobbe è il nostro rifugio ”.

E’ seguita la lode e adorazione con canti dell’innario guidati dal Pastore Greco e accompagnato da tutti i partecipanti.

1.        ...

2.        Pastori presenti per la prima volta

Ruggiero Dosantos: sono molto contento di essere qui con voi, siamo a Rieti da 5 anni e in questo mese di marzo faremo un culto di ringraziamento per questi 5 anni a Rieti. Dio sta facendo un’opera grande in mezzo a noi e siamo contenti nel Signore.

Fabrizio Fontana (Collaboratore del Pastore Massimo Canale).

Claudio Ciamei (Collaboratore del Pastore Fernando De Franca).

Alessio Evangelisti (Nominato pastore al posto del Pastore Gian Carlo Brunetti nella chiesa di Serpentara): mi sono ritrovato a svolgere questa importante attività, senza che me lo aspettassi specialmente in questo momento. Non vi nascondo che nel momento in cui si è aperta questa porta e mi hanno detto: “ti tocca” mi sono rinchiuso nella mia cameretta e mi sono messo a litigare con il Signore. Da qualche anno ero invitato a fare il pastore, ma avevo sempre rifiutato. Egli mi ha risposto con un altro versetto: “chi può fare il bene e non lo fa commette peccato!” Quindi ho dovuto cedere. Ringrazio Dio per questa bella possibilità che mi dà. Mi rendo conto che è un grande peso e una grande responsabilità, fare il pastore non è un gioco ed hai da rendere conto a Dio ma è vero pure che lo Spirito Santo ti dà tante benedizioni e ti incoraggia moltissimo. Mi dispiace esserci arrivato in questa maniera, cioè che mio padre non sta bene e non ce la fa più, però ringrazio Dio adesso che sta iniziando a benedirmi in maniera particolare. I primi giorni è stato un po’ difficile ma dopo qualche giorno lo Spirito Santo ha iniziato a farmi sentire una Sua presenza particolare, molto bella e mi ha tanto incoraggiato ed ho visto subito i primi frutti. Pregate per me perché sono giovane.

      Greco Franco: una parola di incoraggiamento, quando Giosuè iniziò a guidare il Popolo Dio gli ha detto: come sono stato con Mosè così sarò con te!

3.        Apertura dei lavori da parte del Presidente di turno Riccardo Alicino : noi Evangelici abbiamo una storia, quella dei primi fratelli che hanno fondato le chiese, sto parlando di Paolo, Pietro, abbiamo la storia del protestantesimo, della riforma che ha cambiato il mondo di quel tempo. Anche durante il Risorgimento c’erano tanti fratelli i quali hanno dato un grande contributo all’Unità d’Italia e approfittando di questo hanno divulgato l’Evangelo di Gesù Cristo dando la vita per questo ideale che loro avevano nel proprio cuore. Diversi Pastori evangelici hanno dato un grande apporto all’unione della Nazione in cui noi viviamo. Sono trascorsi 150 anni da quando Vittorio Emanuele II fu proclamato Re d’Italia e fino a quel momento il Paese era diviso e sottoposto a diverse potenze straniere. E grazie a Vittorio Emanuele, a Garibaldi, a Mazzini ed altri siamo una Nazione unita, abbiamo un patrimonio storico e culturale unico al mondo e grazie a questa unità che oggi possiamo godere la libertà di esprimere la nostra fede, la nostra adorazione. La nostra Costituzione ci garantisce la libertà di servire il Signore.

Il Risorgimento è stato un periodo di grande fermento, di lotte in cui tante persone condividevano il desiderio di avere un Paese libero e anche gli Evangelici hanno avuto un ruolo importante in quest’opera. Senza Garibaldi forse saremmo stati meno conosciuti in quanto dobbiamo molto al movimento creato da lui che ha permesso una evangelizzazione a livello nazionale con la Parola di Dio, tanto che c’era uno slogan “non solo fucili ma anche bibbie!”. Le tappe che portarono all’unità d’Italia furono accompagnate anche dalla Bibbia, infatti quando i Mille sbarcarono in Sicilia i col portori di bibbie li seguirono e aprirono un deposito a Palermo e successivamente nacquero le prime chiese protestanti nell’isola perché fra i garibaldini vi erano anche dei pastori evangelici.

Quando le “camicie rosse” entrarono a Napoli uno strillone gridava: “il Libro, il Libro!” e dava la Bibbia della versione Diodati. Quando i bersaglieri guadagnarono Roma attraverso la breccia di Porta Pia il XX settembre 1870 entrò pure un carretto pieno di bibbie e i col portori le distribuirono.

Voglio ricordare alcuni nomi di credenti che hanno lasciato una bella impronta: Louis Appia, cofondatore della Croce Rossa internazionale, era un medico che non curava soltanto le ferite fisiche ma anche quelle spirituali. Poi Pino Testa e il pastore Malanna che contribuì allo sviluppo della fiorente comunità di Riesi. C’è anche un grande eroe, poco conosciuto fucilato dagli austriaci a Bologna, Ugo Bassi che predicò il Vangelo insieme a Gavazzi e al Gianicolo c’è il suo busto, sia Bologna che Ferrara (città natale) gli hanno dedicato una piazza e una via. La figura più rilevante di quel periodo fu Alessandro Gavazzi, ex monaco bolognese, lasciati i voti divenne un evangelico, scrittore e predicatore in Italia e all’estero. Fu anche cappellano Generale di Garibaldi. Fece di tutto per divulgare la Parola di Dio.

Il periodo della Repubblica Romana è stato importante per il protestantesimo italiano, infatti nel 1849 quando il papa si rifugiò a Gaeta, a Roma furono stampati 4000 Nuovi Testamento. Gavazzi ha fondato un giornale chiamato “L’Assemblea”. Partecipa agli scontri con i francesi per difendere la Repubblica Romana. Fu arrestato ma riuscì a fuggire e andò in Inghilterra e poi negli USA dove fondò la prima Chiesa Evangelica Italiana. Nel 1859 rientra in Italia e viene chiamato da Garibaldi come cappellano nella II guerra di indipendenza e nella spedizione dei Mille, anche se sapeva che non era più cattolico, ma lo aveva arruolato come cappellano non per sbaglio, ma volutamente, per favorire l’emancipazione religiosa degli italiani. Gavazzi è con Garibaldi da Palermo, a Napoli, al Volturno. Non solo cappellano ma anche uno straordinario predicatore. A Napoli ogni giorno in camicia rossa andava in piazza Plebiscito e cominciava a predicare l’Evangelo. Al teatro San Carlo, dopo il primo atto di una commedia, iniziò a predicare tanto che spettatori a attori seguirono a tal punto da non badare più alla commedia. Dopo si trasferì a Firenze negli anni che questa diventò la capitale d’Italia (1865). Nel 1867 partecipa al combattimento di Monterotondo per la liberazione di Roma. La sua più prolungata attività pastorale fu quella che egli svolse a Roma, nella chiesa di Piazza Ponte S. Angelo, dal 1877 fino alla sua morte, avvenuta il 9 gennaio 1889 (chiesa a lui dedicata e nella quale vi è una lapide con una trascrizione che ricorda le sue gesta). Vogliamo benedire il Signore che abbiamo il privilegio di ricordare questi uomini che hanno dato il loro contributo e vogliamo pregare per la nostra Nazione in questo compleanno di 150 dall’Unità d’Italia e vogliamo pregare per una sempre maggiore unione dell’Italia e soprattutto del Corpo di Cristo e delle nostre chiese per dare una testimonianza e una speranza a quanti hanno perso la speranza in Dio. Invitato qualcuno alla preghiera per l’unità d’Italia e della Chiesa.

Andrea Thomas: Signore, lo sai che sono nato qua, sai anche che non sono italiano di razza ma ci sono diventato, mi ci sono identificato. Tu ti sei identificato con gli uomini, sei venuto ed hai presa la nostra natura, e noi di questo ti ringraziamo. Io ti ringrazio perché vivo qua, ti chiedo di darci un senso di unità, di darci quell’unità che va un po’ al di là della nostra voglia di capire, della nostra capacità di capire. Noi abbiamo tanti limiti Signore, però vogliamo essere uno, perché sappiamo che con te l’unità cambia la storia. Quindi ti chiediamo Signore: benedici questo gruppo di pastori, quelli che non ci sono, quelli che ci vorrebbero essere e anche quelli che non ci vogliono essere. Benedici il nostro lavoro a Roma e in Italia e fa che il nostro lavoro possa avere il tuo favore perché così vedremo qualche cosa cambiare. Grazie Signore.

Franco Alicino: grazie Signore che ci hai fatti partecipi del tuo Regno e noi lo presentiamo a questa Nazione. Ci hai messo qui, in questo territorio meraviglioso e glorioso, di questa città menzionata anche nel Nuovo Testamento. Ti preghiamo che lo Spirito tuo possa aleggiare e dai grazia alla tua chiesa di essere dei veri testimoni come lo sono stati i fratelli citati che non hanno avuto timore e paura. Dietro la battaglia arrivava la tua Parola che mette le basi e i fondamenti di principi sani. Signore ti preghiamo che come c’è stato l’anniversario dell’Unità d’Italia, ci sia anche l’anniversario dell’Unità della Chiesa! Per festeggiare ogni anno che la Chiesa è unita. Si, Signore, manda il tuo Spirito e unisci la tua chiesa, unisci i fratelli, e che non si combattono per mantenere una posizione o un territorio sotto il proprio dominio, perché il sedere alla tua destra o alla tua sinistra appartiene solo a te. Ci sottomettiamo tutti a Te perché tu sei il Capo della Chiesa e fa che la tua bandiera sventoli in mezzo a questo mondo pieno di difficoltà, di immoralità, di violenza e che tu possa sanare con la tua giustizia.

Riccardo Alicino: vogliamo pregare anche per il Giappone, per la situazione che stanno passando dopo il terremoto, anche se spesso questa Nazione è stata indifferente al Vangelo, ma che attraverso queste sofferenze la Parola di Dio possa entrare con potenza, Signore, ci addoloriamo nel vedere questa sciagura, questa catastrofe accaduta ai giapponesi, un Popolo incredulo, indifferente, idolatra. Non sappiamo il perché della sciagura, ma ti chiediamo che la tua mano sia sopra di loro per fermare quella nube tossica e radioattiva e che soprattutto che il tuo Vangelo possa essere portato con la potenza dello Spirito Santo così come è avvenuto per la vicina Corea del Sud. Manifesta la tua gloria e prenditi cura di loro, te lo chiediamo nel nome di Gesù e ti ringraziamo per l’opera tua.

4.      Programma dei prossimi incontri IPL:

Data

Tipo Incontro

Località

Lunedì 18 apr 2011

Incontro Pastori

Ore 19 a Spinaceto

Sabato 21 mag 2011

Riunione IPL

Ore 10 a Fiumicino

Sabato 4 giu 2011

Incontro di preghiera

Dalle ore 10 alle ore 12 a Rebibbia

Sabato 11 giu 2011

Celebrazione Pentecostale

Ore 17 a Rebibbia

Sabato 10 set 2011

Riunione IPL

Ore 10 a Fiumicino

Lunedì 17 ott 2011

Incontro Pastori

Ore 19 a Acilia (Giannini)

Sabato 19 nov 2011

Riunione IPL

Ore 10 ad Acilia (Giannini)

 

5.      Predicazione del Pastore Fernando De Franca: non sono qui per insegnarvi ma il mio desiderio è condividere un peso che c’è nel mio cuore e considero una grande opportunità e una benedizione essere qui. Ci tengo a dire che non uso questa possibilità per contrastare una visione personale, noi siamo una comunione di Ministri di Dio, di Responsabili di Chiesa che vanno assolutamente rispettati. Ognuno di noi deve rispettare quello che gli altri hanno ricevuto dal Signore. Qualcuno potrà non essere d’accordo con quello che dirò ma anche lì resta la libertà individuale di ognuno di noi. Colgo l’occasione per ringraziare i pastori che sono venuti a predicare nella mia chiesa, Franco Alicino, Riccardo Alicino, Andrea Thomas perché sono stati apprezzati e sono stati di benedizione. Sono stato in Brasile ed abbiamo avuto a Rio una nostra conferenza locale bellissima con un forte movimento dello Spirito Santo. Il Brasile attraversa un periodo molto bello. 30-40 anni fa le cose non erano come adesso, c’era una resistenza e un pregiudizio nei confronti della Chiesa Evangelica. Oggi c’è il pericolo contrario, troppo coinvolgimento con la politica perché presi in considerazione per essere milioni e milioni di evangelici. Bisogna pregare perché in mezzo al movimento di Dio c’è sempre lo “zampino maligno” che cerca di contaminare e sporcare quello che Dio sta facendo e il proposito della Chiesa in Brasile è quello di restare dedeli alla Parola di Dio con i sani principi giusti etici e di santità come ci è stato insegnato nella Parola. Lì c’era il carnevale che significa chiusura totale di tutto per 5 giorni e la gente impazzisce, ma la chiesa non sta nascosta come prima ma esce ed evangelizza con marce e con la “samba evangelica” per parlare di Gesù che dà la gioia non solo per 4 giorni ma per tutta la vita e questa è una realtà. Nonostante i giorni di festa la chiesa era piena, più di 6000 persone che lodavano il Signore.

Vogliamo leggere la Scrittura in Genesi 42, c’è un verso interessante, il verso 8 che dice : “Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui”. Qualcuno pensa che non l’hanno riconosciuto perché adottava gli usi egiziani col trucco sul viso, altri perché era stato venduto ragazzo ma ora era un uomo, ma io credo che niente è stato scritto nella Parola di Dio a caso, ma c’è qualcosa di spirituale nascosto in questo versetto. Giuseppe riconobbe i suoi fratelli perché non erano cambiati, invece Giuseppe sì, perché attraverso la sofferenza e la durezza della vita nel carcere per anni è cambiato! Invece i suoi fratelli no, ecco perché non potevano riconoscere Giuseppe.

Io credo in una chiesa che cambia, credo in un Popolo che cambia. Giuseppe per me rappresenta la Chiesa, la visione, il comportamento che cambia, che si sviluppa. Giuseppe poté regnare sull’Egitto perché è stato preparato, è stato allenato, non ha serbato quell’amarezza nei confronti dei propri fratelli. Non ha permesso al maligno di tenere nel suo cuore quella radice di amarezza per vendicarsi. Giuseppe cambiò! Giuseppe maturò, diventò un’altra persona a tal punto che i suoi 10 fratelli non sono riusciti a identificarlo, era un’altra persona.

Quindi troviamo una divisione netta fra ciò che Dio desidera di come la Chiesa debba diventare, una chiesa che cambia. Anche Gesù dopo la risurrezione non è stato riconosciuto ma solo dopo che ha parlato ed ha chiamato Maria è stato riconosciuto. A me resta questo il desiderio e la responsabilità di questo profondo cambiamento che ci sia nella Chiesa, nella mia chiesa, nel mio ministerio.

Quando vado in Brasile e il mio pastore mi dice “stai cambiando”, mi fa molto piacere non perché mi interessano i numeri ma l’impronta che resta quando si vede una crescita e un cambiamento. In un libro intitolato “Regni in guerra” in portoghese (BRIGT, Bill e JENSON, Ron - REINOS EM GUERRA) l’autore scrive che la maggior parte dei credenti che arrivano in chiesa già sanno tutto, sanno cosa devono credere, cosa devono accettare. Il pastore può dire quello che vuole ma la maggior parte dei membri delle chiese hanno già stabilito un parametro della propria fede, non vanno oltre. Questa è una realtà, ed è contro questa realtà che sto combattendo! Perché secondo me in ogni riunione ci deve essere il fattore sorpresa, chiederci: “cosa succederà oggi?” I discepoli che andavano dietro Gesù ogni giorno vedevano o sentivano qualche cosa di nuovo, nel suo operare c’era sempre l’elemento sorpresa. Le due moltiplicazioni dei pani non sono state uguali.

Ecco il desiderio del mio cuore, una chiesa, un popolo che cambia in questo. Il problema del cristianesimo è che si è secolarizzato. Il problema non è la Chiesa Cattolica, ma è la mentalità contro cui combattiamo tutti i giorni, la mentalità che non vuole cambiare, che va bene così, invece non va bene. Io sento la profonda necessità di una trasformazione nella mia vita e nella mia chiesa, di novità di vita.

Sono ormai 23 anni che sono stato ordinato pastore, sono cresciuto nella chiesa, mio papà è un pastore, pur avendo 84 anni ancora ministra come pastore in Brasile. Potevo dire che conosco tutto, che sapevo tutto a memoria, ognuno di voi potrebbe dire la stessa cosa, ma questo mi dà fastidio perché non può essere così! Voglio quel cambiamento che ebbe Giuseppe nella sua storia, nella sua vita affinchè come lui possiamo regnare sull’Egitto, regnare sul mondo, essere governo, essere di direzione. In questo periodo sia l’Italia che l’Europa non sa se essere a favore o contro Gheddafi! Ci vorrebbero degli uomini di Dio pieni di Spirito Santo che dessero delle direzioni su dove andare per ottenere la benedizione di Dio. Tutti hanno paura del terrorismo, hanno paura di tutto e la chiesa dov’è? La Chiesa non è pronta! Giuseppe ha dato dei consigli al Faraone, che era il dio dell’Egitto, ebbe l’unzione per dire: se facciamo così e così funzionerà benissimo! Hanno fatto come ha detto Giuseppe e sono stati salvati.

C’è un altro verso nel 2Re 5 dove troviamo nella guarigione di un comandante lo stesso principio, lo stesso pericolo, è vero che Dio ha raggiunto con la sua benedizione Naaman ma è anche vero che egli è stato vicinissimo da perderla! Naaman era un comandante di un esercito molto potente, godeva di prestigio ma era lebbroso. Non poteva frequentare tutte le feste come gli altri, doveva nascondere questa cosa, non era libero e non si sentiva libero, era una persona compromessa. In qualche modo Naaman rappresenta la chiesa che è chiamata a governare, a rappresentare il regno di Dio sulla terra ma sembra che questa chiesa ha ancora qualche cosa che non la rende libera. Gesù ha detto: io sono venuto per darvi libertà. Libertà non è fare quello che uno vuole fare ma fare quello che è giusto fare. I liberi sono quelli che fanno ciò che è giusto! L’apostolo Pietro parlava con franchezza e Dio confermava la parola. Sento il bisogno che Dio conferma quello che noi diciamo, che quando ministriamo lo Spirito Santo dirà: “è così!”.

Naaman ricevette la notizia che da qualche parte c’era qualcuno che lo poteva guarire e nel versetto 11 leggiamo “ecco, io pensavo”. Quest’uomo quasi crea una crisi internazionale perché il re d’Israele pensava che il siro cercasse un espediente per fare la guerra finchè Eliseo disse: “fatelo venire da me”. Eliseo per me rappresenta la voce di Dio. Il profeta mandò a dire a Naaman di fare 7 tuffi nel Giordano e sarebbe stato guarito, semplice. Ma il comandante siro ricevendo questa comunicazione si adirò e se ne andò! Naaman era malato, era compromesso, lì c’era l’opportunità della sua vita, c’era la sua guarigione, c’era la sua salvezza ma invece si adirò e se ne andò. Questa cosa mi preoccupa, perché ho detto che in qualche modo Naaman rappresenta la chiesa. Se le cose non vanno “come io pensavo”, questa è la religione di oggi, e io combatto contro questa religione. Le persone vengono in chiesa e già pensano quello che devono trovare e se il pastore dice diversamente, loro se ne vanno da un altro pastore, come stava facendo Naaman.

Se Dio vorrà fare qualche cosa, dicono queste persone, le cose devono andare così, ma Dio non ha dato il monopolio dello Spirito Santo a nessuno, Egli fa come vuole. Naaman si era fatto tutto un quadro di come dovevano andare le cose, quello che il profeta avrebbe detto e fatto. Ma quest’uomo era un lebbroso! Stava davanti all’opportunità della sua vita! E si mette in un atteggiamento orgoglioso, si mette a discutere come Dio deve o non deve fare le cose e dice “ecco, io pensavo”. Noi abbiamo il diritto di “pensare” ma che questo pensare non possa in assoluto cancellare le cose nuove che Dio desidera realizzare, amen?

Nella nostra comunità stiamo lavorando contro questo, io dico alla responsabile della lode: “voi sapete tutte le canzoni, sapete tutte le note, ma a me non interessa niente, io voglio la presenza di Dio! Siete bravi? Ma nel mondo ci sono tanti molto bravi!” Dico ai miei collaboratori: “non mi interessa se sapete fare una bella interpretazione biblica, o se conoscete… no, mi interessa che cosa è successo lì! Se le persone hanno ricevuto il cibo, la rivelazione”.

Oggi abbiamo gente a Napoli e a Milano per fare il culto, ma non voglio sapere se sono stati bravi, anche se devono comportarsi nel modo giusto, presentarsi nel modo giusto, ma voglio sapere se Dio ha fatto quello che aveva in mente di fare. Sento il bisogno che le nostre realtà possono prendere le persone di sorpresa, altrimenti non è una “buona notizia”. Se vado in chiesa ed è tutto come prima, che c’è di nuovo? Sento il bisogno che Dio possa cambiare questo mio modo di essere e di fare. Che fra qualche anno qualcuno incontrandomi mi possa dire: “pastore, tu sei cambiato!”

Nell’ultima riunione IPL a Grottarossa sono stato benedetto, tutta la riunione è stata bellissima, e alla fine, dopo che abbiamo mangiato un pastore è venuto da me e mi ha detto: “pastore, ti devo chiedere perdono, quando sono uscito dalla tua chiesa mi sono comportato male con te. Io ti rispetto e fino ad oggi tutte le cose che insegno mi ricordo di quando mi insegnavi”. La riunione è stata bella ma soprattutto ho visto in quel fratello un essere più maturo, perché quando tu cambi, questo cambiamento è segno di maturità. Non siamo in competizione, ognuno ha lo spazio suo, ognuno ha la sua chiamata, ma il bello è quando tu trovi che “io pensavo”, nooo, adesso Dio mi ha detto in modo diverso, quindi facciamo come vuole lo Spirito e basta! Grazie a Dio che Naaman aveva un servo che lo consigliò a tuffarsi nel fiume così come noi abbiamo lo Spirito che ci prende per mano e cerca di farci ragionare. Come Naaman abbiamo bisogno di essere “lavati” dai nostri modi di vedere.

C’è un altro versetto in Geremia 29:11 “io so i pensieri che medito per voi”. Io chiedo al Signore: “dammi i tuoi pensieri”. A me non interessa che la gente viene nella nostra chiesa per gli aspetti esteriori, per come suoniamo, per lo stile della musica, o per altre questioni, ma perché nelle riunioni scende lo Spirito Santo. Dio che si mette a meditare pensieri per noi? Io voglio sapere quali sono questi pensieri! E che la mia chiesa sappia quali sono questi pensieri! Che le persone che entrano per la prima volta prendono atto dei pensieri di Dio per la loro vita “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza”. Questo voglio scoprire, non “io pensavo “ di Naaman! C’è un tempo nuovo per la chiesa, la Bibbia dice che c’è un tempo per ogni cosa, un tempo per piangere, un tempo per ridere, c’è un tempo di cambiamento. Anna ogni anno portava al figlio Samuele un vestito nuovo perché il bambino cresceva. Signore dammi un vestito nuovo ogni anno, dammi questo cambiamento, voglio essere diverso, voglio assomigliare a te, conoscere i tuoi pensieri, voglio spezzare questo “io pensavo “, voglio spezzare questo pensare di essere maturo a sufficienza per non avere più bisogno della guida dello Spirito Santo. Mi ricordo la prima volta che ho predicato a 17 anni, dopo un’attenta preparazione con digiuni e preghiera, mi ricordo la mia dipendenza dallo Spirito Santo. Non ritenevo in assoluto di avere la cosa sotto controllo, e lì dovevi dipendere dallo Spirito Santo. Ma ormai siamo cresciuti …. , che problema c’è …. , predicare siiiii, insegnare siiii, guidare la lode siiiii. “io pensavo “ rappresenta un modo di fare che è in contrasto con atti cap. 13 che dice: “lo Spirito disse mettetemi da parte Barnaba e Saulo”. Ancora lo Spirito poteva dire qualcosa. Ho nostalgia di questa chiesa dove Dio può dire: “ragazzi, oggi cambiamo tutto”. Non dico che non ci deve essere organizzazione nelle cosa che facciamo, anzi, ma non deve essere quel tipo di organizzazione che annulla il “muovere” dello Spirito Santo. Voglio avere più amore per la chiesa locale perché il diavolo ce l’ha con le singole chiese locali e le vuole indebolire, e sto sentendo il bisogno di amare il popolo di Dio, di non essere un professionista, ma essere alleato con la mia chiesa, voglio essere pastore di leader, ma se il collaboratore non sviluppa questo amore non può lavorare con me anche se è bravo. Amare la chiesa nel senso di conservarla, di custodirla, come pastore sono disposto a pagare il prezzo affinchè la chiesa possa essere preservata contro l’egoismo degli ultimi tempi di cui ci parla Timoteo.

Come ministri è importante avere una protezione reciproca, c’è bisogno che si sviluppi tra noi una capacità di protezione. Il diavolo ha sempre trovato facile nell’ambiente evangelico far combattere i pastori uno contro l’altro ma questo deve assolutamente cambiare. Devo proteggere il mio fratello e lui protegge me, a prescindere dalle differenze formali sulla gestione del proprio culto ma lui è responsabile tanto quanto me di un gregge, di un ministerio a cui faccio parte anche io perché siamo un unico corpo in Cristo. Vogliamo proteggerci fra ministri e cercare il bene gli uni degli altri anche pagando un prezzo, in particolare pregando per chi è in difficoltà. Hanno detto male di Gesù, vuoi che non dicono male di te? Proteggerci non a livello diplomatico, ma sentire i pesi gli uni degli altri. Io ringrazio Dio per mia moglie che mi protegge richiamandomi quando vede che sto sbagliando. Quando le donne sono piene di Spirito Santo edificano la casa. La competizione è diabolica, nella chiesa ognuno deve sapere qual è il proprio spazio e deve sapere che Dio dà!

Dobbiamo discernere quando il diavolo si alza contro il nostro compagno, dobbiamo discernere quando il diavolo si scaglia contro la chiesa locale e questo viene confuso con la giustizia di Dio. Il maligno cerca di trattenere quella chiesa, di distruggerla, c’è gente che abbraccia il vestito del giustiziere, ma noi dobbiamo avere discernimento. I miei collaboratori sono preparati contro certi personaggi che arrivano nelle chiese per creare scompiglio. Penso di avere la responsabilità di dare direzione a tutte le persone che sono nella mia chiesa, come ministro della Parola posso cambiare il loro futuro. Se io non ho discernimento posso portarli a una esperienza negativa. Quindi sento il bisogno di sviluppare questo discernimento e capire quando il maligno sta cercando di indebolire.

E per ultimo sento il desiderio di sviluppare una forte alleanza con la Parola di Dio. Da molti uomini di Dio sento che quello che fa la differenza nelle chiese è la “qualità del pulpito”. Non credo nella predicazione tipo fastfood ma in una predicazione che abbia un contenuto da parte di Dio senza farsi prendere dalla fretta di concludere. Bisogna rimanere fedeli alla Parola anche se questa infastidisci gli ascoltanti che non si vogliono sottomettere ad essa.

Io voglio cambiare pastori, pregate per me, pregate per la nostra chiesa ma non sono per niente soddisfatto, questo è il vero risveglio, nei contenuti di ciò che facciamo per il Signore, cambiamento di comportamento, di mentalità. Prima parlavo male del fratello, ora non parlo più male anzi mi metto a pregare per lui! Quando vengono i ribelli di altre chiese nella tua chiesa rimandali indietro, io sto facendo così a prescindere di come fanno gli altri.

Lode a Dio per l’opportunità di poter condividere questo peso che avevo nel cuore, questo desiderio di una chiesa che sia come Giuseppe, che era cambiato, era nuovo. Voglio essere nuovo, una nuova persona rinnovata, un pastore che va avanti, che cresce alla gloria di Dio.

6.       Rosanna Lilli: 25-26 marzo a via Chiovenda c’è la Conferenza Nazionale delle Donne, tema “Essere, non apparire”.

7.       Franco Greco: 11 aprile alle ore 19 Conferenza a Spinaceto, tema “Il credente e la cremazione” con R. Di Blasio.

8.       Prossimo incontro dei Pastori: lunedì 18 aprile alle ore 19 a Spinaceto.

9.       ...

 

Il Segretario

 

Carlo Galioto

 

- Presidente di turno

Past. Riccardo Alicino

 331-2429997

AlicinoRiccardo@libero.it

- Segretario di turno

fr. Carlo Galioto

 339-1260778

 c.galioto@tin.it