1. La riunione è iniziata con un
tempo di adorazione, lode e preghiera guidati dal pastore della comunità
ospitante, Agostino Masdea.
2.
Apertura
dei lavori del Presidente di turno
Stefano Bogliolo col benvenuto e
una breve introduzione, “è una vera gioia ritrovarci insieme e
condividere ciò che il Signore fa per noi”. Volevo condividere con Voi alcuni
versi dove Gesù parla di servi e lo fa con i suoi discepoli Luca 22:24 E tra di loro sorse anche una contesa,
intorno a chi di loro doveva essere considerato il maggiore. 25 Ma Gesú disse loro: «I re delle nazioni le
signoreggiano, e coloro che esercitano autorità su di esse sono chiamati
benefattori. 26 Ma con voi non sia
cosí; anzi il piú grande fra di voi sia come il minore e chi governa come colui
che serve. 27 Chi è infatti piú grande
chi siede a tavola, o colui che serve? Non è forse colui che siede a tavola?
Eppure io sono in mezzo a voi come colui che serve. IPL è una comunione di chiese per Roma e
Lazio, e ci piace che Roma si ponga come un esempio di dialogo e di comunione,
per tutte quelle città dove ancora non avviene questo. Ringraziamo il Signore
per questo risultato. Non è stato facile, dal 1989 ci abbiamo dovuto lavorare e
come qualsiasi cosa positiva richiede impegno e lavoro. Su alcune questioni
siamo stati divisi ma ciò è normale perché non siamo tutti uguali e ognuno
ragiona col suo cervello. Io sono contento del risultato ottenuto perché
nonostante le difficoltà abbiamo superato le nostre individualità per
l’interesse comune. Possiamo non capire e condividere gli altri ma dobbiamo
rispettarli. Abbiamo imparato che non è imponendo la nostra visione agli altri
che possiamo andare avanti e raggiungere obiettivi ma col rispetto e la
pazienza aspettando coloro che non ce la fanno a seguire. Fra noi non ci sono
prime donne, ma c’è solo un Primo: Gesù Cristo il Signore e noi siamo tutti
fratelli. Per vincere Roma e la Nazione non lo farà una chiesa da sola, ma
insieme, abbiamo bisogno gli uni degli altri.
3.
Presentazione dei pastori
intervenuti per la prima volta – Pastore di Taranto: ho una comunità in
provincia di Matera, sono contento per l’opportunità che Dio mi ha dato di
essere in mezzo a voi perché ho sentito il suo Spirito.
Charles Ebiniza Adu: è una grande gioia e un privilegio essere parte di
questo incontro! Sono pastore di una chiesa in via XX Settembre, principalmente
di Ghanesi ma anche Turchi, Francesi e Italiani. Quando sono entrato ho sentito
lo Spirito di Dio e uno spirito di unità e quando siamo insieme possiamo fare
più di quello che sogniamo, perché il Dio che serviamo è Uno e insieme possiamo
vincere questa città e questa Nazione per Dio.
Vincenzo Molinaro: sono pastore della comunità di Ostia, per 26 anni pastore delle ADI.
Ultimamente, da circa un anno e mezzo,
ho fatto una scelta coraggiosa di lavorare con altri fratelli e sorelle,
ed abbiamo aperto una nuova comunità ad Ostia dove il Signore ci sta
benedicendo.
Paul Shaffer: siamo con la tenda qui vicino, 150 metri, per lavorare assieme alle
chiese dei pastori Masdea e Alicino F. Abbiamo iniziato le riunioni e
continueremo a lavorare qui per i prossimi mesi. Vorremmo incontrarci anche con
i pastori delle chiese di Roma Est per vedere cosa possiamo fare insieme, un
trattato, evangelizzazione, un programma speciale, etc. Lunedì 30 gennaio, alle
ore 20, faremo un incontro di preghiera con i pastori che verranno dal XIII
Municipio, dove eravamo prima. Se ci sono altri pastori che vogliono
partecipare siete benvenuti!
Giuseppe Basile: la cosa più bella è l’unione, quando i figlioli di Dio stanno insieme
è un segno di risveglio. Sono pastore di una chiesa a Roma in via di
Giardinetti e abbiamo iniziato un’opera anche in Calabria, dove lavoriamo anche
con la radio. Sempre in Calabria stiamo lavorando per avere comunione fra i
pastori.
4.
Tema della riunione: “la
depressione” presentato dal pastore Mauro Adragna (Palermo): sono uno psichiatra
cristiano ma in realtà sono coinvolto con il disagio nelle tre dimensioni della
natura umana in quanto sono medico di base al quartiere S. Filippo Neri (ex
Zen) di Palermo, sono anche pastore di una comunità da circa 5 anni e adesso
siamo circa 150 membri. Faccio parte della “Chiesa della Riconciliazione”.
Questa sera mi è stato chiesto di parlare di questo “mostro” così grande, che è la depressione, e sul quale si versano fiumi di inchiostro che non sembrano farlo affogare, anzi sembra diventare sempre più forte, sembra toccare quasi tutti quanti, sembra colpire un po’ tutti sempre di più. Certamente in un’oretta è difficile parlare di questo soggetto, ma spero di stimolare qualche riflessione e poi sarò contento di rispondere alle Vostre domande.
Come pastori credo che siamo più predisposti a subirne
l’influsso, sia per gli alti standard etico-morali che cerchiamo di tenere, sia
perché più a contatto con persone ipersensibili, molto numerose nelle nostre
chiese, le quali sono quelle che più facilmente cadono in depressione.
Per combattere un mostro bisogna conoscerlo, e sebbene c’è
tutta una schiera di ricercatori che attraverso una visione organicistica,
considerano la depressione semplicemente una modifica neurochimica, cioè una
variazione di livelli di sostanze (neuroamine) in modo tale che attraverso dei
farmaci che agiscono ad esempio su una di esse, la serotonina, sembra quasi si
possa ottenere questa medicina della felicità, in realtà la depressione è una malattia multifattoriale,
cioè comporta vari aspetti.
Io ne parlo anche con l’esperienza di chi ci è passato, (non ho
visto semplicemente centinaia e centinaia di persone colpite da questo
malessere, ma ho visto anche la mia vita essere presa da questo mostro
tremendo) e vi sembrerà strano, il dolore più forte, le sofferenze più grandi
nella mia vita da depresso, sono avvenute dopo la conversione. Perché prima
della conversione, non essendoci nessuna soluzione, in fondo, potevo
rassegnarmi al “non senso”, all’angoscia generata dal contatto con il nostro
sistema. Ma capite bene che nel momento in cui ho cominciato a scoprire che, il
fatto di aver ricevuto Cristo nella mia vita, una esperienza forte,
trascinante, tale che nei primi anni sembrava che non toccassi più terra. Aveva
lasciata inalterata la mia mente ha causato il tormento maggiore.
Qui sono presenti alcuni dei miei genitori spirituali, il
fratello Clark della Tenda ClR, che ho conosciuto più di trenta anni fa.
Dicevo la sofferenza più grande credo che sia quella di chi pur
avendo una verità, non sa poi come
gestirla in modo da cambiare, trasformare quei meccanismi mentali che tante
volte ci ritroviamo. Per cui paradossalmente io ho visto spesso la sofferenza
più grave nei credenti, nelle persone che sanno che c’è un’alternativa e questo
gli brucia ancora di più perché dicono a loro stessi: come è possibile che io ho conosciuto Cristo e ancora sono preso da
questo “mostro”?.
Allora è importante intanto capire che la depressione non è un
male, come potrebbe essere una polmonite, non è un evento casuale, ma è qualche
cosa legato alla nostra personalità! Infatti, la guarigione di Dio, nella vita
della persona depressa, non è un “abra-cadabra”, non è come avere fede per
essere guariti da un tumore o da una malattia qual si voglia, ma richiede la comprensione più profonda dei
meccanismi e dei processi alla base di questa malattia.
Io spero questo pomeriggio di darVi qualche spunto di
riflessione, perché comprendendo i meccanismi che stanno sotto possiamo
comprendere come Dio, dice la Scrittura, “rialza
tutti quelli che sono depressi”. Vi sembrerà strano ma dall’altra parte, è
come se Dio stesso, portando ad una crisi di falsi equilibri che spesso noi
usiamo per sostenerci, per difenderci si aspettasse il nostro crollo! (come
dice un altro salmo “Dio ha in odio i
cavalli e la forza delle gambe dell’uomo”), Dio cioè non ha piacere nella
forza delle gambe dell’uomo, è qualche cosa di strano, come se Egli volesse in
qualche modo il nostro indebolimento! Come..!, tutta una vita io mi sono fatto
da me, io ho lavorato, io mi sono
costruito .., io sono riuscito a trovare un equilibrio. Sapete che Dio lavora
per mandare, in qualche modo, in depressione questo genere di personalità? E
perché? Perché dietro dei risultati apparenti di bontà ma non ricevuti da Dio,
si nascondono delle cose estremamente strane, estremamente perverse. E questo
perché il tentativo umano è quello di “addomesticare” la “belva” che abbiamo
dentro. Questa è una realtà da cui dobbiamo partire. Come cristiani abbiamo una
teologia che ci dice che “tutti hanno fallito e sono privi della testimonianza
di Dio”, questo lo diciamo però poi tante volte diciamo “quello è un buon uomo,
quella è una brava persona”! Sapete cosa gli costa essere una brava persona?
Come minimo la colite, la gastrite, disturbi psicosomatici di vario genere e
nei casi più gravi malattie di cui ancora oggi non si conosce ancora la genesi.
Guarda caso queste patologie si verificano proprio nelle brave persone, persone
che non danno “diritto di residenza ai loro escrementi psicologici”, permettetemi
questa battuta, come a dire che non possono accettare di avere un cuore
malvagio. Non possono accettare di avere una natura umana. Gesù l’ha definita
così perché dal cuore dell’uomo che vengono fuori furti, omicidi, violenze. Ma
non dal cuore degli uomini cattivi, da cuore dell’uomo. Solo che c’è chi
direttamente aderisce a queste spinte e le esprime, e quindi non si crea
problemi (li crea agli altri i problemi, spero non siate di questi!), e c’è chi
lotta una vita per frenare queste pulsioni distruttive e spesso quando quell’immagine, quel ruolo che
abbiamo cercato di impersonare comincia a perdere colpi, iniziano dei
meccanismi depressivi che in
qualche modo possono portare il credente più sensibile a meccanismi di
colpevolizzazione, di autocondanna (sono colpevole, mi condanno), di
autopunizione (della serie me la faccio
pagare) per non essere stato il padre che avrei voluto, non essere stato il
figlio che avrei voluto, per aver deluso i miei genitori. Un meccanismo
subdolo, un meccanismo sottile ma va identificato più chiaramente per capirne
la perversità. In questo meccanismo evidentemente c’è coinvolta una forte
carica di rabbia, di tensione. E perché? Perché
nel profondo di ogni essere umano c’è
una attitudine che si chiama paura.
Non so se avete mai avuto a che fare con questo tipo di situazione, paura,
ansia, è una caratteristica insita nel nostro cuore ed è una caratteristica
volta a creare una sorta di ribellione; perché stando in un clima di paura ci
si vorrebbe ribellare, ci si vorrebbe sottrarre e quindi si cova una stato
estremo di aggressività. Vedete per esempio tutti quelli che sono vissuti in un
regime totalitario, che apparentemente li teneva perfettamente uniti, compatti:
quale tipo di ribellione alimentavano e quando sono esplosi che cosa hanno
creato; perché la paura sicuramente è uno dei sistemi più forti per,
apparentemente, addomesticare la “belva” che abbiamo dentro, stai buona, stai
buona, non ruggire! E poi quella “belva” si auto-divora.
La depressione ha un
meccanismo sottile che è quello di diventare anche auto aggressività, cioè:
non faccio pagare te ma qualcuno deve pagare! E’ una sorta di giustizia,
qualcuno deve pagare per quello che è successo. Allora il meccanismo del
depresso è: pago io. E poi, sapete,
proprio per questa incapacità di capire che il cuore dell’uomo è insanabilmente
maligno ci sono dei casi estremi. Mi ricordo qualche tempo fa è venuta da me
una persona la quale si voleva suicidare perché per un momento aveva pensato di
potere tradire suo marito! Voi magari rimarrete allibiti, ma per lei l’avere
percepito per un momento in una struttura mentale, dove non diamo diritto di
residenza al male, dove pensiamo anche da cristiani che nel momento in cui
abbiamo ricevuto Dio non possiamo più avere della parti distorte nella nostra
mente, quella donna, nel momento in cui ebbe quel pensiero si sentì
completamente fuori della grazia di Dio. Si senti completamente indegna e se
non fosse sopraggiunta una consapevolezza della grazia, cioè del fatto che
realmente Dio le dava una identità nuova, quel pensiero l’avrebbe distrutta,
l’avrebbe fatta suicidare, dopo essersi istruita una specie di auto-processo.
Allora vediamo un attimo insieme, da quello che sto accennando,
quali sono i meccanismi predisponenti alla depressione:
Maggiore conoscenza : paradossalmente più so, più soffro. Ecco perché prevalgono le
trasmissioni demenziali, nessuno vuole sapere più niente! E questo perché?
Perché la verità umana uccide se non è messa insieme alla verità di Cristo. Noi
non possiamo conoscere certe verità tremende se non crediamo che esista
un’alternativa. Nessuno vorrà scoprire degli atteggiamenti di violenza nel suo
cuore se non crede di poter poi scoprire la pace di Dio! Quindi se noi non
scopriamo e non crediamo che esistono delle risorse vere per cambiare, noi
cercheremo di usare quelle esclusivamente umane usufruendo di quelli che in
campo psicologico si definiscono “meccanismi di difesa”. Cioè cercheremo di
servirci di strumenti inefficaci, perché questi meccanismi di difesa (se voi parlate
con gli psicologi convenzionali dicono che devono funzionare) in realtà
funzionano perché sono un bluff! Come fare a non vedere la carica tremenda di
rabbia che hai dentro? Ci pensa un meccanismo che si chiama: “formazione
reattiva” che ti fa essere estremamente sorridente con la persona che vorresti
strozzare.
Per cui dietro ad alcune persone che vedrete estremamente manieriste, sorridenti, c’e’ un leone in agguato, c’e’ una violenza estrema, e questo ci serve anche a capire come Dio determina una guarigione vera. Voglio farvi presente una cosa che ho scoperto nella mia vita e che mi dato tanto dispiacere: che Dio non mi aiuta a mio modo! Ci avrete provato a cercare di essere aiutati a vostro modo, cioe’ chiedendogli di supportare i vostri modi di difendervi, ma Dio non vi aiuta a vostro modo. Per cui paradossalmente, quando gli dite: Dio voglio guarire, comincia ad aumentare il male! Dio, voglio avvicinarmi a te, cominciano a venire i reflussi purulenti delle nostre ferite! Dio voglio amarti con tutto il cuore, cominciano a venire fuori le cose piu’ incredibili dalla nostra anima, non certamente dal nostro spirito perche’ lì c’è la santità di Dio. Per questa ragione è importante accorgersi della triplice natura umana per capire che noi siamo esseri meravigliosi con una “soffitta” un pò messa male, un cantiere con lavori in corso! Però se noi non capiamo questo, che il depresso è una persona che conosce queste verità su se stesso, sugli altri, le elabora in maniera distruttiva. Quante volte avreste preferito non conoscere certe verità! Sulle persone che amate, moglie, marito.
Certe verità tremende per cui avete pianto, qualcuno di voi sta piangendo in silenzio. Avreste preferito non conoscerle. Allora ecco, la maggiore conoscenza è un meccanismo predisponente perchè ci fa scoprire quello che ci sta sotto le maschere di perbenismo, di rispettabilità, di bontà, di buonismo, che spesso ci mettiamo. E allora se noi conosciamo una verità estrema, brutta su di noi, senza sapere che noi abbiamo quella realtà ma non siamo quella realtà (questo è meraviglioso per il cristiano), noi possiamo avere una soffitta estremamente caotica ma noi non siamo la nostra soffitta!
Io credo che noi pentecostali dovremmo avere più chiara questa comprensione che ci permette di non identificarci solamente con la nostra mente. Quando prego in spirito ben prega lo spirito mio e la mente rimane infruttuosa (io dico che ogni tanto gli fa bene che la mandiamo a riposare). Cioè la consapevolezza del tuo esister non è legata alla coesione mentale, perchè ci sono persone che siccome dipendono dalla loro sicurezza mentale non possono accettare che nella loro mente ci siano problemi.
Il cristiano invece, è uno che può accettare perchè sa che le sue coordinate vengono dallo Spirito Santo! Lui ci dà una coesione! Certamente poi ci vuole guidare a una guarigione profonda, anche dalla depressione, ma attenzione, lo Spirito Santo, in qualche modo, è un terapeuta di libertà e qualcuno che ci guida alla scoperta di una guarigione profonda e reale.
Un altro meccanismo predisponente alla depressione è la sincerità con se stessi!
Ci sono molti uomini che hanno una grande capacità, non soltanto di prendere in giro gli altri, questo è abbastanza facile, ci sono quelli che non ci riescono neanche, ma che hanno la capacità di prendere anche in giro se stessi, cioè di assumere un ruolo qualsiasi, convincersi di essere quel ruolo e fino alla fine della loro vita pensare di essere quella maschera che hanno scelto di impersonare! La persona sincera, e mi dispiace per te questa sera, perché se sei cristiano sei fra quelli sinceri, pur avendo usato delle maschere, degli equilibri falsi (dicevamo all’inizio), strada facendo vedrà Dio come uno “smascheratore”, e quando ti accorgerai di non essere quella persona che pensavi di essere, cosa fai? La persona rigida, perfezionista, scrupolosa, difficile a perdonarsi tenderà a entrare in meccanismi depressivi, come a dire: non me lo aspettavo... di essere così!
Ma se Dio ti potesse parlare ti direbbe: perchè cosa ti aspettavi da te! Ed è una sottile differenza, perchè quello che Dio vuole creare nella Vostra vita è fiducia nella sua opera in voi, non in voi!
Attenzione a quel sistema troppo sottile basato sull’egocentrismo in cui “io sono, io, io, io”. La nostra nuova identità è ad immagine di Cristo, e lì dobbiamo scoprire fiducia in questa dimensione, e allora realmente potremo andare avanti.
Quindi, dicevo stranamente la sincerità con se stessi o difficoltà di prendersi in giro, renderà quei meccanismi di difesa, che di solito ci aiutano a mettere il mostro in soffitta (come di solito mi piace dire), non funzionanti, cioè tu non potrai più bleffare con te stesso! Dovrai guardare in faccia la tua amarezza, dovrai guardare in faccia che non hai perdonato tuo figlio, che non hai perdonato tua madre, che ce l’hai ancora con tante persone che ti hanno ferito! E lì chiaramente, quando guarderai queste cosa, l’aggressività che viene fuori potrai riversarla su te stesso. Un altro meccanismo, per esempio, un altro ruolo che interpreta la depressione è quello di una difesa estrema di chi non vuole lasciarsi andare. Come a dire, piuttosto che aggredire, piuttosto che prendermela con tutti, io mi chiudo in me stesso, mi rifugio. Ci sono tante parti che ci fanno vedere, che nelle malattie mentali c’è come una adesione, una complicità. Come una complicità? Come uno potrebbe desiderare di essere malato? Qualcuno si ricorda di quando era bambino e si faceva salire il termometro per non andare a scuola?
Ci sono momenti nella vita delle persone, soprattutto con grandi carichi di responsabilità, in ci si vorrebbe sottrarre a questi pesi. Quante volte hai avuto la tentazione di lasciare il tuo ministerio? Chi me lo fa fare? Poi hai sentito Dio che ti sussurrava: Io…! Soprattutto quelli che hanno compreso, come ha letto il fratello, che il più grande è colui che serve e colui che si lascia ferire più degli altri. Non è quello che colpisce! Spesso, come cristiani, siamo bravi a recuperare una parte del Vecchio Patto dove chi era più forte e più unto da Dio faceva ammazzare gli altri! Ma guardate che questo è nel Vecchio Patto! Nel Nuovo Patto chi è più grande muore al posto degli altri, dà la sua vita, si lascia ferire, ama di più. Attenzione! Quindi in questo senso la malattia ha una sottile attrazione perchè può diventare un sottile alibi, questo è un altro meccanismo della depressione, (perdonatemi, ve li sto dando un pò disordinati ma spero che li riceviate). Chi si ricorda quando il nostro grande Davide si trovava in un momento estremamente difficile della sua vita e ad un certo punto, prima passa in un posto dove c’era un sacerdote che si chiamava Aimelec (già il nome sembra significare “mala fine”, infatti poi fece una cattiva fine!), e Davide è lì, impaurito, stressato, non ha voglia di prendersi responsabilità, ha paura! E’ uscito di corsa, dice la Scrittura, non ha portato le sue armi e chiede a questo sacerdote se c’era qualche armamentario, qualche mezzo di difesa, qualche sistema di difesa per vincere la sua paura! Sapete che cosa dice il sacerdote? Qui abbiamo, niente poco di meno che, la spada di Golia! E Davide disse: dammela, quella si che è forte. Ma se voi continuate a leggere, cosa fa Davide con quella spada, diventa coraggioso? Davide, ma come lo avevi vinto Golia? Con la spada? Con l’armatura? Con le tue difese umane? O con qualcos’altro? Com’è che adesso cerchi di ritornare a dei meccanismi di difesa umani che non servono? Infatti, dice la Scrittura, ebbe più paura! Allora a questo punto il grande Davide fa un esperimento incredibile. Accanto a lui tutti lo guardavano e dicevano: Davide, quello forte, quello che ha vinto più di Saul!
Invece lui pensava: Mi trovo in difficoltà! Non vi aspettate niente da me! Davide stava vivendo un senso depressivo, cioè non si sentiva più di fare fronte alle sue responsabilità! Aveva avuto dei periodi gloriosi, aveva lottato per Dio, aveva conquistato un sacco di situazioni ma in quel momento stava male! Quindi il fatto di qualcuno che gli ricordava che era forte lo faceva sentire ancora più debole! Più in crisi! Come a dire: questi si aspettano da me che io ce la faccia, ma io non ce la faccio più! Quante volte ci siamo trovati in situazioni analoghe? Dove “non mi dire che c’è qualcuno che ha bisogno di parlare con me? Non ce la faccio più!”
E in quel momento Davide ha un’intuizione particolare: qui me la cavo facendo il pazzo! E il grande Davide, come dice la Scrittura in I Sam. 21:12, alla presenza del re Akis cominciò a fare il pazzo. Cosa c’entra questo? Ma la Scrittura ha una grande sapienza, è un trattato di psicologia del profondo, un meraviglioso libro, Davide non fece altro che fare quella che è una tentazione profonda quando ci troviamo di fronte a responsabilità che non ci sentiamo più di gestire! Un conto troppo grande, un debito che non riesco a pagare, qualche cosa che ha offuscato l’immagine che gli altri avevano di me. Ad un certo punto Davide fa il pazzo per cui si sottrae.
Ora attenzione, c’è chi lo fa consapevolmente, ma c’è chi per sottrarsi alla responsabilità lo deve fare senza che ne sia cosciente, è una sottigliezza particolare. C’è una barzelletta al riguardo, può essere che vi aiuterà a capire: ci sono due persone, un russo e un americano che devono sottrarsi a una conferenza noiosissima e allora li vengono a chiamare, arriva l’americano e dice: oh, oh, scusate, mi è venuto un mal di testa, al russo invece il mal di testa viene sul serio! Come a dire che alcune persone possono avere questa libertà di bleffare senza sentirsi in colpa in modo da sottrarsi volontariamente a un compito dovuto diventando menefreghisti. Altre persone hanno una coscienza così sensibile, rigida, che non se lo perdonerebbe per cui per sottrarsi alla responsabilità devono veramente diventare malati! Si sentirebbero sempre in colpa, per cui solamente diventando malati si sottraggono alla responsabilità. E vi sembrerà strano ma nel meccanismo depressivo c’è anche questa dimensione!
Meno male che il nostro Davide poi alla fine, dopo essere ricorso a questo sistema di fuga, va a finire nella spelonca di Abdullam, e lì insieme ad una compagnia molto “gioiosa” diventa il capo dei depressi, degli insoddisfatti, di tutti quelli che avevano debiti di vario tipo. A questo punto se Davide non avesse riacquistato fiducia nell’opera di Dio, avrebbe dovuto continuare a fare il pazzo o sarebbe restato nascosto per sempre in quella catacomba che era la spelonca di Abdullam. Ma poi sapete bene che con quell’esercito, apparentemente di “imbranati”, lui cominciò nuovamente a riprendere il contatto con Dio, e quindi la capacità di vincere le circostanze.
Questo per dirvi che i meccanismi di difesa umani non funzionano! Per cui ci sarà un momento in cui tutti gli
strumenti umani con cui tu hai cercato di trovare equilibrio, crolleranno! E se
noi non siamo coscienti di questo, andremo in crisi perchè non comprenderemo
come è possibile che questo avvenga in un processo di maturazione cristiana. Se
non comprendiamo che Dio sta lavorando per mandarci in “tilt”, permettetemi
questa espressione, perchè convinto che noi possiamo scoprire le Sue risorse,
ci smarriremo. Perchè è esperienza comune quella che dopo aver ricevuto Dio,
aver ricevuto la presenza dello Spirito Santo, sentendosi per abitudine persone
forti come personalità di base, si finisca per cercare di attingere ancora alle
proprie risorse! Per cui Dio ha poi dovuto, nel mio caso, permettere che le mie
risorse umane si trovassero di fronte a esami insuperabili. Non so se è pure
quello che è successo a te. E lì certamente, questa sofferenza di vedere la fragilità umana può diventare un
meccanismo depressivo o può diventare un processo di maturazione. Tutto sta
a, cosa si impara quando si soffre nel
vedere la propria fragilità, quella degli altri. Cosa imparo quando soffro?
La Scrittura dice che Gesù imparò l’ubbidienza, ma l’obbedienza non ad una
legge esterna, ma l’obbedienza alle leggi scritte nei nostri cuori. Quando si
arriva in black out, non si ha più forza di amare, di perdonare, di affrontare
le responsabilità quotidiane, scatta questa specie di sciopero totale, di protesta
profonda che investe tutta la personalità! Quindi paradossalmente capite bene
che la depressione interessa di più persone che hanno elevati obiettivi
etico-sociali, quelli che hanno degli standard più elevati perchè più vuoi raggiungere certe cose, più vai in
crisi se non le raggiungi! Da questo nasce quel detto: “chi si accontenta,
gode!” Diciamolo sinceramente, come cristiani, se non scopriamo le risorse di
Dio, sarebbe meglio non prenderli certi pesi. Quante volte abbiamo detto: io
sollevo 200 Kg nel nome di Dio! Ti è venuta l’ernia! E se Dio ti avesse potuto
parlare, ti avrebbe detto: no, no, attento figlio mio, tu non li devi sollevare
nel mio nome, ma li devi sollevare con la mia forza! Il che è diverso. Quindi
attenzione, per i cristiani c’è un rischio, c’è una percentuale molto più alta
di depressione latente, perchè siamo delle persone che in qualche modo siamo
chiamati a sollevare pesi più grossi, a portare pesi più grossi! Ma attenzione,
perchè se li portiamo con le nostre
energie veramente la depressione è in agguato.
E io percepisco la sofferenza di alcuni di voi perchè è stata la mia sofferenza, e percepisco come il senso di responsabilità vi impedisce di levarvi il peso, però questo stesso peso vi sta schiacciando e lì bisogna capire meglio come elaborare un processo di guarigione, di questa depressione latente, che spesso si manifesta anche con sintomi che non sono evidenti come quelli depressivi ma può essere una astenia, una stanchezza particolare, disturbi dell’alimentazione, disturbi collegati al ritmo sonno-veglia, quindi insonnia e in alcuni rari casi maggiore desiderio di dormire (come dire che uno non vuole più svegliarsi).
Anche il profeta Elia visse questa crisi quando “egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a mettersi seduto sotto una ginestra ed espresse il desiderio di morire dicendo: basta, prendi la mia vita oh Signore poichè io non valgo più del miei padri.” Guardate un pò questo meccanismo in cui per il fatto di essere coscienti di non aver raggiunto uno standard lo porta in una crisi profonda.
Molti profeti vivevano momenti estremi di crisi! Lì poi sapete che Dio gli fa una terapia veloce, però non possiamo approfondire. Stessa cosa succede in caso di crolli economici, (io conosco delle persone che sono andate in crisi perchè il loro bilancio è passato da 200.000 a 50.000 euro annui), l’elevato alto obiettivo crollato, in questo caso economico, non lo possono accettare.
Un altro meccanismo che sottende la depressione è la dipendenza morbosa o l’esasperato valore attribuito alle cose e/o alle persone, questo è sicuramente un meccanismo abbastanza comune in ognuno di noi perchè tendiamo a fare dipendere la nostra sicurezza da qualcosa che mettiamo al centro della nostra vita. E guarda un poco, neanche a farlo apposta, quella cosa è quella che incomincia a crearci i maggiori problemi! Un figlio! L’abbiamo pensato, l’abbiamo immaginato, mio figlio farà così, farà colà, sarà così etc.. Poi cominciano degli eventi completamente diversi e lì la sofferenza cresce, cresce.
Ora certamente, nel momento in cui nostro figlio è diventato la nostra vita, quella è una depressione già incalzante. Perchè chi cercherà di salvare la sua vita, o tutto quello che per lui è vitale... la perderà…..
In questo capite bene come una consapevolezza di quello che Dio ha fatto è una medicina antidepressione. I primi credenti, dice la Scrittura in Ebrei, accettarono con allegrezza la perdita di situazioni che erano un bene, non perchè erano masochisti, ma perchè avevano in vista una sostanza migliore e permanente.
Allora io credo che realmente la depressione è la crisi di chi si aspetta troppo dall’umano, è la crisi dell’umanesimo potremmo dire, la depressione è la crisi dell’umanesimo che preferisce morire pur di non riconoscere di aver bisogno di aiuto! Sapete quante persone ho incontrato nella mia carriera, che dicevano: non è giusto che io mi rivolgo a Dio perchè sto male! Sembra una grande considerazione, ma scusami, se è proprio Dio che ha permesso queste cose, proprio per facilitarti. E qui scopriamo un altro meccanismo subdolo alla base della depressione che si chiama orgoglio. E’ tremendo come nella depressione ci sia un meccanismo sottile che funziona proprio in questa maniera: se non posso farcela da solo, meglio che non ce la faccio! E’ un meccanismo perverso ma è figlio dell’orgoglio, è figlio della presunzione che non esiste una realtà diversa da come io la vedo. Quindi attenti a non sottovalutare, nel meccanismo depressivo, questo aspetto e non lasciarvi quasi convincere da quelle persone che vi dicono che hanno tutte le ragioni per essere depressi. Tante volte, aderendo a queste loro modalità di vivere questo malessere, quasi è come se state dicendo con loro: Dio è cattivo, com’è che un Dio così cattivo che non ti aiuta! Il problema è che c’è un sottile orgoglio.
Un altro meccanismo presente nella anamnesi del depresso è il perfezionismo, lo scrupolo, la moralità del dover essere a tutti i costi: io debbo farcela! Io non posso mollare! Pensate a fare questo ragionamento quando avete un motore che già fa fumo e dite: io non posso fermarmi! E continuate a pigiare l’acceleratore, segnali di fumo, la temperatura che sale oltre 100 gradi, io devo arrivare! Come minimo bruciate la testata. Quindi, paradossalmente, chi ha questa rigidità, chi ha questo meccanismo dello scrupolo, questa moralità del dover essere a tutti i costi, rigido, perfezionista, ha tendenza a sviluppare un processo depressivo nel senso che non ascolta i segnali, le spie. Cosa sono queste spie che si accendono? Anzi magari fanno salire altre persone nella macchina, ma è tremendo, perchè più persone ci sono nella macchina che fonde, più è grave la situazione!
Quindi quest’altro meccanismo, questa rigidità con se stessi, questa difficoltà a perdonarsi. Un esempio tipico è Giuda, fece un errore simile a quello di Pietro, perché se avesse desiderato veramente la morte di Gesù avrebbe finalmente saltato di gioia, finalmente ci siamo liberati, ma non era questo che voleva, evidentemente. La sensazione della colpa, unita a un sottile meccanismo di orgoglio, che gli impediva di potere perdonarsi e quindi di dire (ma non lo disse): Dio mi potrebbe perdonare, ma io non mi perdono! Molta altra gente dice così! Quindi sono più grandi di Dio! Orgoglio, rigidità, giudizio.
Qualche accenno sulla terapia.
Intanto qualcuno guarisce passando da vittima a carnefice, perché, anzichè riversare contro se stesso tutta questa carica di rabbia, di aggressività, anzichè penalizzarsi fa pagare l’altro. Nella Scrittura è pure chiara questa dinamica, come quando Davide dice “anima mia non ti abbattere e non ti agitare”. Ritroviamo ancora una volta i due meccanismi: abbattere, meccanismo depressivo, l’aggressività la scarichiamo su di noi tale da sembrare “dei cani bastonati”, oppure agitare, cominciamo a lanciare scariche elettriche, attenzione sono elettrico, sono aggressivo.
Un esempio di questa sorta di apparente guarigione la troviamo nel primo omicida della Scrittura, Caino, il quale era irritato, era arrabbiato, era abbattuto, gli faceva troppo male questa situazione e alla fine per risolverla eliminò il problema, a suo dire, eliminò suo fratello, ma certamente non per questo guarì, era un’illusione quella di eliminare il problema uccidendo, distruggendo le circostanze esterne causa di esso.
Credo che questa in misura ridotta sia una illusione di tutto il mondo cristiano: Signore dammi la fede per spostare la montagna di mia suocera, nel nome di Gesù spostiamola! No ti dice, io ti dò la fede per amarla, perdonarla e sopportarla. Questa mi piace un pò meno!
Vedete come Dio ci aiuta in una maniera diversa e bisogna stare attenti, colgo l’occasione, a questo riguardo di mettervi in guardia dallo sviluppare una sorta di cristianesimo dove Dio supporta il nostro, solamente, bisogno umano carnale; perchè poi questa fede usata solamente per soddisfare i nostri bisogni, per spostare le difficoltà, non ci fa crescere! Non ci fa sviluppare la capacità di amare, di sopportare e piano piano diventa una fede che non si accontenta più di quello che Dio ti dà, ma vuole di più, una fede, una pietà fonte di guadagno, pericoloso! Un meccanismo, purtroppo, che sappiamo come è potente! Perchè avere fede solo per una Fiat se la puoi avere per una Porsche? È già grave ma non quanto quando si arriva ad affermare (inconsciamente) perchè avere fede per sopportare una moglie che è un pò invecchiata quando si può averla per una moglie nuova? E nel momento in cui pensiamo che la fede sia un modo di appagare semplicemente i nostri bisogni possiamo incorrere in queste cose. E’ come pensare che la depressione guarirà, semplicemente cambiando lo scenario intorno a noi, cambiando lavoro, cambiando macchina, cambiando moglie, marito. Ma anche lì, Dio ci rivela che il cambiamento vero che ci libera dalla depressione è un cambiamento più profondo, più interiore.
C’è una fase farmacologica, che è una fase delle stampelle, (non vorrei incoraggiare la tendenza al bere di nessuno, però la Scrittura in Proverbi 31:4 dice qualcosa di strano, “non si addice ai re bere del vino, nè ai principi desiderare bevande alcoliche, che a volte, dopo aver bevuto, non dimentichino la Legge e calpestino così i diritti di tutti i deboli. Date bevande alcoliche a che sta per perire e del vino a chi ha il cuore amareggiato, perché bevano, dimentichino la loro miseria e non si ricordino più dei loro travagli”). Quindi guardate un poco, qui in qualche modo è profetizzata quella che è una terapia antidepressiva, perché il vino altro non è che un farmaco antidepressivo perché inibisce dei centri inibenti, quindi disinibisce! E la Scrittura ne parla come un rimedio da usare per tre dimensioni particolari, se ci avete fatto caso, che sono: amarezze (ne avete vissute amarezze?), miserie (cioè scoperta di cose bruttissime negli altri e in voi), travagli (che è la parola psicologica che suona come conflitti). Quante volte ci logoriamo per un conflitto dove non sappiamo se andare a destra oppure a sinistra (non nel senso politico! Lì è più facile, forse..) Quanti conflitti, quante situazioni, soprattutto per le persone più sensibili che non hanno i paraocchi, per dire: cosa faccio? Anche nella cura pastorale, cosa faccio con questo fratello, gli do un colpo in testa o gli faccio un sorriso! Cosa gli farà meglio! Quanti dubbi, quante tensioni, quanti travagli, miserie, amarezze, vino per tutti! O Prozac per tutti, o qualsiasi antidepressivo! Ma attenzione, qui c’è qualcosa da evidenziare (una volta Dio mi parlò perché, come psichiatra cristiano, avevo molta difficoltà ad usare farmaci e mi parlò proprio con questo verso, e mi fece capire che le stampelle sono utili ma non sono quello che Lui si aspetta poi nella vita delle persone, e infatti se noi estrapolassimo la seconda parte, senza aver letto la prima, sarebbe un incoraggiamento all’alcolismo! Bevo per dimenticare. Che cosa? Non me lo ricordo! Ma nella prima parte c’è qualcosa che ci deve fare riflettere, “non si addice ai re e ai principi”, siete tutti chiamati alla responsabilità, essere re e principe ha a che fare con quella maturazione che non può permetterti di essere guarito semplicemente da un’anestesia, perché se tu nel tuo profondo hai ancora un’amarezza profonda, un desiderio di essere al centro dell’attenzione, di dominio, tu farai un sacco di male a quelle persone che ti sono state affidate.
Cosa significa? Che c’è un tempo in cui possiamo essere supportati da stampelle, cosa dice, “bevono e dimentichino”, non essere guariti da travagli, miserie e amarezze. Dimenticare è come stendere un pietoso velo, come archiviare momentaneamente una pratica e questo Dio lo fa in un certo momento, dove non sto dicendo che hai preso vino, ma hai usato tante stampelle nella tua vita. Tante volte ad esempio hai usato il fratello come “ansiolitico”, cioè ogni momento che avevi un problema chiamavi subito il pastore o il fratello. Per un tempo va bene questa “stampella”, per un tempo va bene l’uso di un farmaco, ma attenzione il desiderio di Dio è che tu guarisca, non dimentichi, guarisca dalle tue ferite e quindi poi ti guida verso il non avere bisogno di queste stampelle che sono farmacologiche. Attenzione quindi a non essere critici, a non cercare di levare tutte le stampelle alle persone che stanno incominciando a crescere spiritualmente sennò, “nel nome di Dio gli farete venire l’ernia!”
Questo ci fa capire tante altre cose, che Dio si aspetta livelli diversi di “performances” dai sui figli e cose che per alcuni potrebbero essere vietate ad altri potrebbero essere permesse! A secondo la crescita, o il cammino o gli esami, Dio veglia perché nessuno di noi si cimenti con pesi più grossi di quelli che possiamo portare sennò diventiamo nevrotici “nel nome di Dio”, e non è quello che Egli vuole ottenere!
Vorrei concludere con una lettura prima in Osea 5:13 “quando Efraim ha scoperto la sua piaga, (anziché curarla) è andato a chiedere aiuto in Assiria!”. Voi troverete sempre queste dinamiche perverse nella Scrittura, che ripeto per me è un “manuale per l’uso perfetto dell’uomo”, che sono quelle che quando scopriamo un male andiamo a cercarci un rimedio che è peggiore del male! Cioè di contrarre delle alleanze, di fruire di un’energia non ecologica anziché di lasciarci supportare da quello che Dio ha messo in noi. Quindi io scopro la mia fragilità e dico dentro di me: con che cosa mi alleo? Mi alleo con una maschera nuova, mi alleo con una difesa nuova. E invece no, quando scopriamo la nostra piaga, quando scopriamo la nostra fragilità, leggiamo un attimo in Osea 14:3 quello che ci suggerisce la Scrittura: “l’Assiria non ci salverà, noi non saliremo più sui cavalli e non diremo più “Dio nostro” all’opera delle nostre mani ( e come avverrà tutto questo?) poiché presso di Te l’orfano trova misericordia” e poi guardate che bello alla fine “ io guarirò la loro infedeltà, io li guarirò di cuore, poichè la mia ira si è stornata da loro, io sarò per Israele come la rugiada ed egli fiorirà come il giglio e spanderà le sue radici come il Libano, i suoi rami si estenderanno, la sua bellezza sarà come quella dell’ulivo e la sua fragranza come quella del Libano. Quelli che abiteranno alla sua ombra faranno di nuovo crescere il grano, fioriranno come la vite e saranno famosi come il vino del Libano” e poi ancora “Efraim potrà dire: che cosa ho io da fare più con gli idoli?Io lo esaudirò e veglierò su di Lui, io che sono come un verdeggiante cipresso, da me verrà il tuo frutto!” Questo è qualcosa che voglio lasciarvi prima di dare spazio alle domande, come si fa a potere non ricorrere più a dei surrogati, a dei falsi equilibri, a delle false sicurezze? Come si fa a non salire più sui cavalli, cioè a non sentirsi forti? C’è un meccanismo che si chiama identificazione in cui tu ti senti forte nel momento in cui ti identifichi con qualcuno forte. Chi di noi da bambino non ha desiderato di essere Superman? Questa idea di potenza, di forza, senza preoccuparsi se questa energia era ecologica o meno, perché nel profondo di ogni uomo c’è una fragilità estrema, abbiamo detto, c’è una debolezza estrema che ha bisogno di allearsi, di avere supporti. Ma come faremo a capire che l’Assiria non ci può salvare? Che i nostri meccanismi di difesa umani non ci salveranno? Come faremo a non salire più sui cavalli che sono un po’ l’espressione della potenza, (la mia macchina ha 520 cavalli!), cose forti che poi possono diventare cose forti anche le spirituali, (la mia chiesa ha 2000 membri!). Tante cose che sembrano accrescere la nostra forza dal potere umano, materiale di qualunque genere che abbiamo. Come riusciremo (e qui è ancora più difficile) a non dire più “Dio nostro” all’opera delle nostre mani che è proprio quello che ci viene a “beddu cuore”,….l’ho fatto io! Questo credente l’ho conquistato io, non è giusto, questo è mio! Non diremo più “Dio nostro” all’opera delle nostre mani come a dire che accetteremo la fragilità dell’umanesimo solamente perché, e qui è la soluzione, “l’orfano presso di te trova misericordia”.
Cosa significa? Significa che, spogliato da quelle sovrastrutture, da quelle maschere, da tutte quelle cose che ci abbiamo messo un sacco a costruircele e vorremmo quasi portarcele fino alla tomba, scoprendo la nostra nudità, la nostra piccolezza non siamo costretti ad andare in depressione perché Dio ha misericordia? L’orfano, è qualcuno che non ha bisogno semplicemente per aver perso i genitori, ma qualcuno che è estremamente solo e nella solitudine può elaborare un sacco di cose brutte, ma può scoprire, in una maniera più grande, la misericordia di Dio.
Io so che nel momento in cui avrai le difficoltà più grandi, nel momento in cui ti viene di fuggire, di scappare, c’è un passo avanti preparato per te nello scoprire la misericordia di Dio.
E poi è chiara questa espressione, non possiamo approfondirla, al verso 4 Dio dice: “io guarirò la loro infedeltà amandoli di cuore poiché la mia ira s’è stornata da loro… io che sono come un verdeggiante cipresso, da me in te (è come se Dio potesse dire al depresso, alla persona che è in crisi) verrà il tuo frutto” come a dire non è importante che hai spremuto tutte le tue risorse, hai rotto tutti i tuoi equilibri, ti senti arrivato, pensi di essere solo, pensi di essere orfano, vorresti dire “fermate il mondo, voglio scendere”. Ti puoi chiudere in questa prigione consapevole della depressione, dell’autocommiserazione e lamentarsi o puoi scoprire che “da me in te viene il tuo frutto”. Quindi un incoraggiamento per noi che siamo chiamati a buttare le maschere, quindi a vederci brutti, ma questo ci appoggia di più alla misericordia di Dio, ci fa scoprire di più che il frutto, il cambiamento viene fuori dallo scoprire le risorse che Dio ha messo in noi.
Dio non ci crederà quando gli dirai: Signore non sento più pace, non sento più amore, odio tutti, non sopporto più nessuno! Dio ti dirà: questo lo so, questo è il massimo che puoi fare con le tue risorse! Ma lì lo Spirito Santo ti dirà: vieni con me! Ora ti accompagno in un posto dove ora ti accorgerai che fiumi di acqua viva sgorgheranno dal tuo di dentro, e lì veramente è incredibile come da profonde frustrazioni, oppressioni, saremo rivitalizzanti, ritroveremo le coordinate spirituali e continueremo, perché poi nel passo vedete che questa benedizione non è soltanto per Israele, ma per tutti quelli che sono all’ombra di Israele, e noi abbiamo ricevuto grazia e apostolato e non ci prendiamo solo per noi le cose belle di Dio ma poi le trasmettiamo agli altri, messaggeri della grazia. Amen.
5.
Domande sulla relazione:
D - Nei bambini molto piccoli, che non hanno ancora la capacità di confrontarsi, di conoscere le potenzialità che hanno in loro stessi, qual è la difficoltà che incontrano nel rapporto mente-personalità, e quanto i fattori esterni influiscono a formare una persona depressa?
R – Sicuramente c’è una ereditarietà ma non nel senso esclusivamente genetico ma nel senso di predisposizione, di attitudini, familiari, ambientali in cui certamente la persona si sviluppa. Noi sappiamo che anche in senso spirituale i genitori esercitano una protezione verso i figli fino a che questi non sono in grado di fare una scelta autonoma e quindi di prendere loro decisioni. Nel momento in cui un bambino si ritrova in un’atmosfera estrema, soprattutto il disagio maggiore non è solo quello della violenza ma anche dell’ambivalenza; perché nella personalità infantile la legge può servire a formare la coscienza del bene e del male, ma lì dove certamente questa dimensione non è chiara e la persona che ti sorride, poi ti violenta (come ad esempio nelle violenze tipiche in cui il bambino subisce da un genitore, da un fratello), questo è un ambiente già molto più dannoso allo sviluppo della psiche. Nei bambini già a sette-otto anni oggi si riscontrano disturbi anche di tipo depressivo, di tipo ansioso, di tipo ossessivo compulsivo persino nei bambini che altro non sono che il riflesso dell’atmosfera in cui vivono. Lì è molto più difficile aiutarli perché in teoria bisognerebbe staccarli ed esporli a stimoli differenti. Quindi un insegnante, un monitore della scuola domenicale può fare qualcosa ma sempre relativamente, perché poi il dramma è consumato in famiglia.
D - Uno psichiatra cristiano come può abbinare fede e terapia?
R - In parte ho sorvolato su questi
argomenti, partite da questa considerazione, che ci sono persone che vogliono
risolvere realmente e profondamente, altre che vogliono essere aiutate a non
pensare! Quando io leggo affermazioni forti come: grazie a quell’antidepressivo
la prostituta del Bronks finalmente potrà vivere senza sentirsi più in colpa,
io dico grazie a che? Se noi diciamo grazie a qualcosa che funge solamente da
anestesia ma continua realmente a lasciare tutto il marcio dentro non è un
grazie. Come dicevo poco fa, la terapia ha un valore in una dimensione
momentaneamente anestetica, guidando poi la persona a comprendere quali sono i
suoi reali problemi. Quindi io preferisco sempre l’approccio psico-terapeutico,
però mi rendo conto che in certi momenti un supporto farmacologico serve perché
la persona sta soffrendo tantissimo, allora è il male minore in quel momento;
non è il bene, non è il risultato finale. In questo senso riesco a mediare tra
terapia e … ma bisogna dire che spesso io ho avuto la gioia di vedere centinaia
di persone incontrare il Signore nel mio studio. Perché nel momento in cui una
persona vive la crisi di una malattia di un disagio psichico, quello è il
momento migliore per poterle annunziare il progetto di Dio. Per esempio si
potrebbe parlare ancora dei disturbi legati all’estremo controllo razionale che
noi abbiamo sulle cose, ci sono tanti di noi che devono controllare tutto e
questo poi predispone ai meccanismi di attacco di panico, perché nel momento in
cui vediamo che la realtà non è così facilmente controllabile cominciamo ad
andare in crisi, cominciamo ad avere paura di non potere più gestire la realtà,
le situazioni e scattano meccanismi di difesa che sono peggiori del male, come
il rituale ossessivo di chi deve lavarsi continuamente le mani, non tre volte
al giorno, ma centinaia di volte. Anche lì, notiamo rimedi che nascono per
vincere la paura, l’ansia, ma che diventano essi stessi altre trappole. Quindi
ritornando alla domanda si può associare benissimo considerando che la terapia farmacologia o la psico-terapia
può arrivare più che altro a farci comprendere i problemi, ma la soluzione sarà
sempre e solo di fede.
D – Avevi detto che non ci sono casi istantanei di guarigione, ma a te come ministro, ti sono capitati casi di guarigione istantanea di qualche malattia?
R – Qualche volta, nella misura in cui questo meccanismo depressivo era legato a delle colpe profonde inconfessate. La confessione in questo senso ad esempio ha un grande potere. Mi è successo tante volte che anche credenti, arrivavano là e mi dicevano: io non ti volevo dire quello che ti sto dicendo e mi confessavano cose nascoste, e in quel momento, dopo una preghiera, c’era una guarigione, perché sicuramente dietro a emozioni negative, amarezze o altre problematiche del genere, nascoste nella nostra soffitta, nel nostro inconscio, nel 90% dei casi può esserci un’amplificazione demoniaca, ma qui entriamo in un altro campo che è quello del demonologico. Il diavolo, a mio avviso, è un grande frequentatore delle nostre soffitte, del nostro inconscio. Perché? Perché capite bene che lui gradisce entrare in un luogo che noi non conosciamo bene e dove abbiamo accumulato dell’immondizia, lui può alimentare questo materiale irrazionale fino al punto di renderlo estremamente distruttiva o portare a dei comportamenti estremamente drammatici, vedi le persone che aggrediscono e poi si uccidono, o portare piano piano a una depressione senza che uno si sta rendendo conto di che cosa sta avvenendo nella sua soffitta. In quel caso, certamente, nel momento in cui la persona diventa consapevole, perché lo Spirito Santo glielo fa vedere, o il terapeuta ha una parola di conoscenza che gli riporta a galla quella situazione, in quel momento ci possono essere delle guarigioni rapide nel senso che si leva il principale dramma, la principale ferita su cui il meccanismo depressivo si è poi alimentato.
D – Più che una domanda, si chiede un consiglio: se viene un ammalato fisico da noi, noi preghiamo, imponiamo le mani e lo ungiamo con olio, poi va all’ospedale si fa operare, va dal dottore; va tutto bene. Se viene una persona depressa, preghiamo ma non consigliamo mai di andare da un terapeuta. Cosa ci consigli? E’ bene che anche un terapeuta prenda in cura i credenti?
R – No, io sono convinto che sarebbe più utile che i pastori imparassero a fare un po’ di consulenza psicologica, perché la terapia consiste, in fondo, nel fare comprendere alla persona il problema, mentre la soluzione comporta sempre una crescita di fede. Faccio un esempio buffo: quando io porto la macchina dal meccanico, non posso montare il pezzo nuovo sopra il pezzo vecchio, devo prima identificare il pezzo che non funziona! Allora in questo senso io credo, (tengo a riguardo un corso di psicologia e cura d’anime) che i pastori, possano acquisire una certa competenza. Attenzione, non quella che schematizza le due o tre regolette, e dove abbiamo la tentazione di inquadrare tutti, si tratta invece di una comprensione dei principi di cura d’anime in maniera tale che in un primo acchitto possa essere il pastore stesso a dare una guida. Se poi ci sono problematiche che richiedono una competenza specialistica o l’uso di una “stampella” lì dove l’effetto ansiolitico dato dall’accoglienza fraterna non sia sufficiente o in presenza di un grave disturbo della personalità, allora è consigliabile consultare un “addetto ai lavori”. L’ideale sarebbe avere degli psichiatri, psicoterapeuti o psicologi cristiani! Che dire se inviando il fratello da uno psicoterapeuta secolare, quest’ultimo lo convincesse che è Dio il suo problema…..!
D – L’ossessione, la depressione, la possessione: queste tre cose sono collegate? E se sono collegate, come mai un cristiano ne è colpito?
R – Si potrebbe fare tutto un seminario su questo! Io tengo un corso che si chiama: Esorcismo, demoni e malattie mentali”. L’azione del diavolo, tranne forse nei casi in cui la persona ha avuto contatti con l’occulto, (ed anche lì è mediata da aree oscure della personalità), si manifesta con l’amplificazione di uno stato d’animo presente già nella persona! Vi faccio un esempio, se io dico dentro di me: “chi mi aiuta a tormentarmi, ad amareggiarmi?”. Certamente non viene Dio e dice: vengo io e ti aiuto io! In qualche modo è come se io cercassi in maniera più o meno consapevole chi mi può aiutare a distruggermi. Evidentemente l’azione demoniaca si basa sempre su segnali presenti nella personalità, per cui se noi cacciamo questa amplificazione, ma il segnale è sempre là, non abbiamo risolto niente! Perché l’amplificazione funziona semplicemente se c’è un segnale! Possiamo avere un amplificatore di 10.000 watt ma se non ci attacchiamo niente rimane silenzioso, ma se ci mettiamo un segnale esplode! La procedura di guarigione, in quel caso, deve essere accompagnata da una consulenza in cui la persona può essere cosciente di quali parti della sua personalità permettano, diano un diritto, al diavolo di legarla. E sto parlando di credenti, non stiamo parlando di possessione, ma stiamo parlando di credenti che pur avendo lo Spirito Santo, pur essendo battezzati con lo Spirito Santo, pur avendo doni di profezia, di predicazione, pastori, ministri, etc.. hanno delle aree della loro vita ancora dominate da demoni. Questo scioccherà qualcuno, ma io ero uno di questi! Quindi non mi meraviglio che ce ne possano essere altri (a parte che ne ho visti centinaia di altri), cioè nel senso che ci siano aree della nostra anima di cui non siamo consapevoli dove esiste una fortezza. Coraggio ….le nostre armi hanno da Dio la potenza di distruggere ogni fortezza …
6.
Stefano Bogliolo: devo dire che è stato di
estremo interesse, siamo rimasti ammutoliti dalla bellezza di questa
esposizione con a base della Parola del Signore. Ringraziamo il fratello per il
suo puntualissimo intervento, credo che ci ha illuminato su tante cose, a noi
che come compito siamo stati chiamati a illuminare le persone. Il pastore Mauro
Adragna ha scritto di recente un libro sul tema discusso dal titolo: “Fuori dalla trappola”.
7. Ci sono a Roma tanti gruppi
etnici che se ne stanno per i fatti loro, ma oggi vedo con piacere parecchi
gruppi presenti: pastore etiope di via
Anacapri "ringraziamo Dio che oggi siamo qui e pensiamo che non sarà
la prima volta, abbiamo un'altra visione, di scoprire il Signore, giorno dopo
giorno, l'amore del Signore”.
8.
Presentazione dell’Opera
"La casa della Bibbia” (Giancarlo Farina): la Missione che rappresento non è una semplice
casa editrice, ma negli ultimi anni ha ampliato il proprio raggio di azione.
L'attività primaria è quella della pubblicazione della Bibbia tramite la
Società Biblica di Ginevra che si interessa della traduzione,
dell'aggiornamento linguistico e distribuzione della Bibbia. Altri progetti e
attività sono i seguenti:
· Fra qualche mese usciremo
con la versione completa della Bibbia
Thompson. La particolarità è che nel suo insieme ha segnalate tutte le
varianti testuali. Quindi comprende il "testo ricevuto", il
"testo maggioritario" e un nuovo testo più moderno che raccoglie
tutte le principali scoperte archeologiche recenti. Conterrà 600 pagine di supporti
di studio biblico, 4000 elementi biblici classificati, 200 cartine, chiave
biblica, etc..
· Attraverso un fondo stiamo
cercando di stampare una Bibbia del
costo di E. 3,90 per dare la possibilità a tutti di comprarla.
· Diffusione di letteratura cristiana con oltre 2000 titoli.
· Vorremmo formare un "punto libro" in ogni chiesa
che permetta di avere dei libri acquistati e dopo un pò di tempo sostituire
quelli non venduti con altri nuovi,
aiutare chi gestisce la libreria a su come proporre i libri e come distribuire
delle schede.
· Cerchiamo dei rappresentanti per portare il libro
cristiano nelle chiese e anche nel mondo non cristiano. L'ideale sarebbe un
giovane-pensionato. Il lavoro verrebbe
retribuito.
· Agenzia editoriale evangelica per prendere i progetti, che ha una chiesa o un singolo,
per produrre un libro, abbiamo una decennale esperienza nella traduzione,
revisione e stampa della Bibbia, così abbiamo una equipe di traduttori, di revisori.
· Da circa un anno siamo
impegnati in un lavoro sociale che
consiste nel distribuire e diffondere prodotti del mercato equo e solidale. Sono prodotti (circa 1000 di alta qualità)
che vengono dal sud del mondo e che sono pagati a un prezzo equo al produttore
del lavoro artigianale e che noi
vendiamo, distribuendolo nelle chiese e fuori.
· Una bibbia per la tua città, dare il film Jesus e un libro "Chiavi per
leggere la Bibbia" a tutti i sindaci delle città. Fino ad ora ne abbiamo
raggiunti 300.
· “Bimbo Bibbia", come il lavoro dei Gedeoni ma per i bambini,
nelle scuole materne una bibbia da colorare "La mia prima bibbia da
colorare".
· Un progetto per Roma che
sarà quest'anno la capitale mondiale del
libro insieme a Torino. Ci sarà un anno intero di manifestazioni e noi
cercheremo di esserci.
· Conferenza di Creazio "Creatività in azione",
studi, conferenze e seminari sulla comunicazione per trasmettere nel migliore
dei modi il Vangelo. Ci sarà un primo congresso a Bagni di Nocera Umbra dall'1
al 4 giugno.
· Abbiamo 4 siti web che
presentano tutti progetti ed attività.
9.
Abbiamo
l'onore di avere ospite Roberto Mazzeschi, presidente dell'Alleanza Evangelica.
10.
Bogliolo: mi sono mosso con il
Gabinetto del sindaco di Roma per ottenere un permesso che sia valido per tutti
gli spostamenti che i fratelli della tenda "Cristo è la Risposta"
faranno nel territorio di Roma.
· Sto continuando a visitare
le scuole, ne ho già visitato 5-6 ed ho incontrato centinaia di ragazzi.
· Sono stato invitato dalla
FCP per vedere in che modo IPL può entrare nella Federazione Pentecostale.
· Ho partecipato a un incontro
Federazione Pentecostale Europea a Bruxelles e stanno lavorando su qualcosa di
grosso a livello europeo.
· Il fratello Interlandi ha
fatto un accordo con una banca per mutui a un tasso molto buono per la
costruzione, ristrutturazione e acquisto di chiese. La cosa dovrebbe valere
anche per i credenti.
· C'è una legge per ottenere
finanziamenti dalla Regione, dagli Enti Locali
per la costruzione di chiese.
· E' ora che chiediamo il
rispetto dei nostri diritti, non chiediamo elemosina, non chiediamo
favoritismi, esigiamo il rispetto dei nostri diritti, siamo cittadini, paghiamo
le tasse come gli altri, desideriamo di essere rispettati come gli altri. Con
il rispetto delle Istituzioni, pregando per loro ma con la consapevolezza di
chi noi siamo e di quali sono i nostri diritti.
11.
Il
20 febbraio è previsto l’incontro solo
per i pastori responsabili e le mogli, per la sede siete d’accordo che la
facciamo nella stessa sede dell’incontro IPL? Nessuno contrario, quindi la
prossima sarà a Tor Sapienza, viale G.
De Chirico 73 alle ore 19.
12. A Roma siamo
36000 evangelici e dovremmo fare
qualche cosa per i 100 anni del
movimento pentecostale. Anche invitando tutti i personaggi dello spettacolo
e dello sport credenti. Dobbiamo assolutamente fare qualche cosa. E’ necessario
coinvolgere le chiese mobilitando tutti.
13. Tema della
riunione successiva potrebbe essere "Come comunicare con i media",
proposto da Claudio Zappalà.
14. Ci sono
calendari che parlano della missione "Mietendo in Africa" dei
fratelli Lisa e Umberto Trapi.
15.
Il programma annuale per gli
incontri IPL
per il 2006 è il seguente (solo a settembre
quarto sabato):
Data |
Tipo
Incontro |
Località |
20 feb
06 |
Incontro
Pastori |
Tor Sapienza –
DeChirico (past.Masdea) |
18 mar 06 |
Riunione
IPL |
Terracina (past. Rossi) |
15
mag06 |
Incontro
Pastori |
Terracina (past.
Rossi) |
23 set 06 |
Riunione
IPL |
Pomezia (past. Agostinelli) |
16 ott
06 |
Incontro
Pastori |
Pomezia (past.
Agostinelli) |
18 nov 06 |
Riunione
IPL |
Tor Sapienza – G. Morandi (past. Alicino) |
2.
Prossima riunione IPL il 18
marzo a Terrracina in Via La Neve Per inf. Pastore Romano Rossi 333/4560417-348/8946139
Date prossimi incontri:
Lunedi’ |
20 |
Febbraio |
Riunione dei pastori IPL in via Giorgio de Chirico alle ore 19 |
sabato |
18 |
Marzo |
Riunione IPL in Via La Neve s.n.c alle ore 16 a Terracina |
|
Il Segretario |
|
Carlo Galioto |
N.B. PROSSIMA RIUNIONE dei pastori
IPL IL 20 febbraio 2006 a Tor Sapienza, via G. de Chirico 73 alle ore 19
- Presidente di turno |
Past.
Stefano Bogliolo |
347-4138431 |
Stefano.Bogliolo@poste.it |
- Segretario di turno |
fr. Carlo Galioto |
339-1260778 |
c.galioto@tin.it |